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Cona, il ministro Minniti riferirà in parlamento. Politica unanime: i centri non funzionano

Morte nel centro di accoglienza e rivolta dei profughi ospitati. Interrogazione in commissione, duri commenti da Zaia e Salvini. Serracchiani (Pd): "Il modello Cie è fallito"

La commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione, e sulle condizioni di trattamento dei migranti, aprirà un'inchiesta sulla vicenda del centro di prima accoglienza di Cona. E la commissione ha annunciato anche di voler ascoltare il ministro dell'interno Marco Minniti, per capire "se predisporre i Cie (centri di identificazione ed espulsione) in ogni regione sia realmente la risposta giusta all'emergenza immigrazione". Lo ha spiegato il presidente della commissione di inchiesta sui migranti, Federico Gelli, perché "i Cie rischiano di creare altri ghetti. Meglio l'accoglienza diffusa nei comuni".

"Non possiamo tollerare e non giustificheremo mai episodi come quelli accaduti nel Cpa di Cona - ha detto - È inaccettabile che occorra attendere fino a 8 ore per avere sul posto un’ambulanza che presti i dovuti soccorsi a una migrante, che poi purtroppo ha perso la vita. Ed è ancora più inaccettabile la reazione di coloro che hanno tenuto a lungo assediato i 25 addetti del centro liberati solo a tarda notte".

SERRACCHIANI: NO AI CIE. "Resto convinta che sia necessario aumentare le espulsioni. E resto convinta che i Cie non siano l’unica soluzione, anzi, nella forma che abbiamo conosciuto non hanno funzionato per niente. Per questo ne abbiamo convintamente chiesto la chiusura", ha sottolineato la presidente del Friuli Venezia Giulia e vicesegretaria Pd Debora Serracchiani in un'intervista al quotidiano Messaggero Veneto. Serracchiani ha ricordato in particolare la negativa esperienza del Cie di Gradisca d'Isonzo (Gorizia), chiuso nel 2013, e ha annunciato che chiederà un incontro al ministro dell’Interno, Marco Minniti. "In ogni caso, lui ha in mente un altro tipo di struttura, diversa dai Cie e infatti ne immagina uno in ogni regione".

ZAIA: VIOLENTI VANNO ESPULSI. "Se è forte il dolore davanti a un fatto così tragico come la perdita della giovane ivoriana nel centro di accoglienza di Cona, al tempo stesso non dev'esserci il minimo dubbio che da noi tutti sono curati nella stessa maniera, indipendentemente dal colore della pelle, dal credo religioso e dalla provenienza. Per questo ho voluto che venissero resi pubblici i dati del soccorso effettuato che ha visto automedica, ambulanza e ospedale di Piove di Sacco essere operativi nel giro di pochi minuti dalla chiamata. Non possiamo non interrogarci su tutto quello che sta succedendo.
L'Ulss Euganea ha chiarito in maniera più che sufficiente come sono andate le cose. La mia preoccupazione è stata che le cure siano state tempestive. Tuttavia, quanto avvenuto dopo non è giustificabile in nessuna maniera. Da parte di alcuni è emerso un comportamento per noi inaccettabile. Fermo restando che questo non è altro che un segnale di tante piccole vicende che accadono in tutta Italia rispetto ai centri di accoglienza e senza cercare la polemica in questo momento di rispettoso dolore, non ci si può esimere da condannare questi comportamenti: i violenti devono essere espulsi. 
Si sono viste scene come quelle dei reportage dagli inviati in quei paesi: tenere in ostaggio gli operatori, dare fuoco a cose, sono proteste che non si possono giustificare. Bisogna attuare la politica dei rimpatri iniziando da questi signori che fanno casino. I centri di accoglienza come quello di Cona devono chiudere. E vanno espulsi i facinorosi e a seguire tutti quelli che non sono profughi. Da questa circostanza emergono tutte le debolezze di questo sistema di accoglienza".

SALVINI: ESPULSIONI DI MASSA. "Rivolta degli immigrati con mobili dati alle fiamme e operatori della cooperativa, medici e infermieri sequestrati. Quando sarò al governo, espulsioni di massa, chiusura dei centri e navi della Marina Militare che, dopo aver soccorso tutti, li riportano indietro. Basta, il 2017 sarà l'anno della riscossa".

UGL: BASE VA CHIUSA. "Basta, chiudete l’ex base di Conetta": così il sindacato Ugl polizia di Stato, che in una nota chiede che "venga ridimensionato subito il numero dei profughi all’interno e sia istituito immediatamente un posto fisso interforze per una vigilanza fissa e continuativa (notte compresa). Se non arriveranno risposte l’Ugl polizia di Stato è pronta a manifestare a fianco dei cittadini di Conetta. Stiamo valutando con i nostri legali se sia il caso di presentare un eventuale esposto alla procura della Repubblica affinché verifichi, con gli opportuni accertamenti, le condizioni di salute di tutti gli ospiti al fine di salvaguardare le forze dell’ordine chiamate ad intervenire e indirettamente i cittadini e anche gli stessi profughi".

SERGIO VALLOTTO: INACCETTABILE. "Ciò che è accaduto questa notte a Cona ha dell’incredibile. Non possiamo accettare che un centro d’accoglienza venga messo a ferro e fuoco e i suoi operatori rapiti e tenuti in ostaggio per delle ore. In un paese civile, gli autori di questi atti criminali sarebbero stati immediatamente fermati ed espulsi. Cona è una cittadina che il Governo ha messo in ginocchio costringendo poco più di 3000 persone a sopportare quasi mille presunti profughi per un tempo indefinito. I centri d’accoglienza vanno chiusi e chi non ha il diritto di restare nel nostro Paese va allontanato. Come Lega Nord della Provincia di Venezia, siamo vicini agli abitanti di Cona e delle sue frazioni e lavoreremo politicamente e con le istituzioni perché episodi del genere non si ripetano più".

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