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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Per Galan è l'ora della verità, lui accusa: "I magistrati contro di me"

Mentre la Giunta per le autorizzazioni a procedere è chiamata a decidere sul suo arresto, l'ex governatore lamenta: "Non lasciano che mi difenda"

Sono ore decisive per l'ex governatore del Veneto Giancarlo Galan, la cui richiesta di arresto nell'ambito dell'inchiesta sul Mose sta venendo vagliata, tra mercoledì e giovedì, dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, che dovrà decidere se dare il via libera alla misura di custodia cautelare o meno, essendo Galan un deputato di Forza Italia e quindi protetto dall'immunità parlamentare. L'ex presidente del Veneto, accusato di aver incassato centinaia di migliaia di euro in tangenti dal Consorzio Venezia Nuova di Giovanni Mazzacurati, ha inviato mercoledì mattina una nota difensiva a corredo delle due memorie difensive già depositate in Giunta il 23 giugno e il 1 luglio.

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DA ACCUSATO AD ACCUSATORE - “Non c'è chi non veda come si continui a indagare sul mio conto interrogando altri soggetti ma si nega all'incolpato la possibilità di spiegare e difendersi”, così Galan ribadisce “la plateale falsità delle accuse” a lui mosse dai protagonisti dello scandalo Mose che “sono già documentalmente dimostrate”. Per l'ex ministro è invece evidente l'intento persecutorio dei magistrati nei suoi confronti, tanto che nella nota inviata alla Giunta Galan sottolinea ancora una volta come “vi sono risvolti evidenti sul fumus persecutionis”. Per spiegare la sua posizione il deputato del centrodestra muove un doppio filone di accuse alla magistratura: da un lato sottolineando il mancato rispetto dei diritti della difesa, con ritardi e omissioni rispetto ad atti richiesti dai suoi legali anche per le difese nella stessa Giunta; dall'altro il mancato rispetto del termine legale per le indagini su di lui. “L'attività investigativa nei miei confronti - ha denunciato Galan - è proseguita oltre i sei mesi senza la necessaria proroga: è evidente che mi si vuole impedire di interloquire con l'autorità giudiziaria” e “mi si preclude i diritto di conoscere le attività a mio carico” e “ciò credo confermi ulteriormente il fumus persecutionis manifestatosi nei miei confronti”.

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