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Orsoni lancia l'allarme: "Siamo senza autonomia e anche senza risorse"

Il sindaco di Venezia è intervenuto in un convegno organizzato da Ca' Foscari e dalla Corte dei conti: "I trasferimenti si sono dimezzati dal 2009 al 2012, a rischio i servizi ai cittadini"

“Siamo di fronte situazione abnorme, dove le amministrazioni locali devono confidare nella fede piuttosto che nella perizia dei propri amministratori centrali”. Un concetto che il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, intervenendo oggi al convegno organizzato dall’Università Ca’ Foscari e dalla Corte dei Conti sul contributo delle istituzioni alla riduzione della spesa pubblica e alla crescita del Paese, ha spiegato con la precisione dei numeri: i trasferimenti dello Stato al Comune di Venezia dal 2009 al 2012 si sono dimezzati. Il patto di stabilità considerava un “saldo obiettivo” di 15 milioni di euro nel 2009. Oggi, nel  2012, è traguardato a 65 milioni.

“Questi numeri – ha spiegato il sindaco – ci costringono necessariamente verso un rafforzamento delle entrate proprie del Comune con un appesantimento a carico di famiglie e imprese, il rallentamento degli investimenti con ricadute economiche e sociali sul territorio, una diminuzione dei servizi e contraccolpi sull’occupazione. C’è da considerare inoltre che, a bilancio approvato, a due mesi dal termine dell’anno, ci viene comunicata una ulteriore riduzione dei trasferimenti che inciderà, e non sappiamo ancora quanto, sull’assestamento di bilancio che dovrà essere fatto entro novembre. Sembra inoltre che in qualche oscuro ufficio romano si stia ragionando su quale calcolo dell’Ici del 2009 si debba fare, perché in base a quello, sarà determinata anche l’Imu”.

Una situazione abnorme dunque, squilibrata, nella quale patiscono solo gli enti locali. “Non lo dico io, - spiega ancora Orsoni nel suo intervento - lo dice il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, che nel corso della recente audizione davanti la commissione Bilancio alla Camera, ha affermato: “Lo Stato fa meno investimenti e a pagarne le conseguenze sono le amministrazioni locali, che hanno visto un taglio di trasferimenti pari al 20% negli ultimi due anni. L’andamento delle spese dello Stato, in un quadro di generale declino degli investimenti vede una distribuzione diseguale di questa tendenza: con le amministrazioni centrali meno colpite dagli effetti di contenimento e, invece, le amministrazioni  locali mostrano nel biennio 2010-2011 una diminuzione vicina al 20%”, e questo – ha aggiunto il sindaco di Venezia - detto da uno dei più autorevoli esponenti della Corte dei Conti”.

La situazione di squilibrio verso le amministrazioni locali è stata illustrata da Orsoni dai dati sull’aggravio fiscale: del totale delle nuove entrate introdotte con l’imposizione, l’88,54% rimane allocato presso le amministrazioni statali. Quasi specularmente, al lato delle entrate, lo Stato si accolla solo una riduzione di spesa pari al 15,26%, addossando ad amministrazioni locali ed enti previdenziali la restante quota dell’84,74% dei tagli, concentrati prevalentemente proprio sugli enti locali.

“Uno Stato che continua, anche al di là di questi numeri, a non capire che deve mettere mano a una riforma seria della propria struttura centrale. Dobbiamo fare molta attenzione oggi sul tema delle autonomie. L’autonomia – ha concluso Orsoni nell’intervento - è uno dei criteri fondanti della nostra Costituzione. Autonomia vuol dire democrazia. Siamo certamente favorevoli a un controllo della spesa pubblica, ma non dobbiamo neanche consegnare il Paese a dei ragionieri, il Paese deve essere governato dalla politica e la politica vuol dire democrazia, vuol dire autonomia. Ecco perché vorrei richiamare a questi valori che non vanno compressi con delle forme di controllo autarchico che purtroppo vedo striscianti nelle ultime normative”.

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