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Referendum sulla separazione, Zappalorto decide di non decidere

Il commissario straordinario rimanda la questione alla Regione: "Questa questione non appartiene al novero degli atti che posso prendere"

“Ho ritenuto di non esprimere un giudizio di meritevolezza sul referendum". Il commissario straordinario Vittorio Zappalorto decide di non decidere sulla fondatezza giuridica o meno della consultazione popolare sulla divisione del Comune tra Venezia e Mestre: "Il commissario non deve assumersi una responsabilità preminentemente politica e quindi non può dire sì o no alla separazione di un comune, poiché questa decisione non appartiene al novero degli atti che possono essere fatti da un commissario", spiega. Una sorta di “non possumus”, cita il commissario,  rispetto ad una scelta che deve essere presa dalla politica.  

Prima di prendere in esame la questione, Zappalorto ha chiesto opinioni con le forze politiche, con i movimenti, i comitati civici, le municipalità, chiedendo di esprimere una loro idea “poichè mi sembrava poco democratico procedere a una decisione del genere senza alcun confronto”.  Quello che è emerso, ha raccontato il commissario, è stata una frammentazione molto pronunciata delle posizioni delle forze politiche; e anche le municipalità hanno espresso pareri diversi, senza dimostrare una posizione certa riconducibile all'unione o alla separazione.

Zappalorto ha anche esaminato la richiesta di parere dal punto di vista della legge sulla costituzione della città metropolitana, apparentemente in contraddizione con la legge regionale sulla separazione del comune: “Mi sembra che la legge regionale e la legge statale non siano in sintonia. Segnalo pertanto questa anomalia alla commissione regionale che mi chiede il parere, senza dare alcun giudizio di merito”.

"Il commissario ha tenuto un comportamento di parte insinuando da subito il dubbio dell’illegittimità del progetto di legge e riservandosi un giudizio di ammissibilità giuridica non previsto dalla legge. Giudizio peraltro già votato dal Consiglio Regionale all’unanimità – commenta Marco Sitran, presidente del Comitato Mestre-Venezia Due grandi città –. Zappalorto sta tentando di bloccare il referendum, sancito dalla Costituzione ai sensi dell’articolo 133 secondo comma, in nome di una città metropolitana di cui oggi non esiste nemmeno una bozza di statuto per la commissariata Venezia. Singolare che Zappalorto sia stato per anni, presso il Ministero degli Interni, a studiare il progetto della Città metropolitana e sia uno degli estensori della legge Delrio come l’ex sindaco Giorgio Orsoni, da sempre avverso al referendum minacciando improbabili ricorsi al TAR".

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