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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Il patriarca per gli immigrati: "Se con buona volontà diamo la cittadinanza"

Monsignor Moraglia, ad Aquileia per il convegno delle Chiese del Nordest: "Chiamiamoli migranti. Dobbiamo arricchirli di competenze e poi aiutarli a ritornare nel loro paese d'origine"

"Non chiamiamoli più immigrati, ma migranti". Così il patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, riassume quanto si è proposto al secondo Convegno ecclesiale di Aquileia riguardo il nuovo atteggiamento che le Chiese del Triveneto dovrebbero assumere nei confronti degli extracomunitari.

 

"Penso che una lettura a 360 gradi del Vangelo dica che l'uomo è al centro dell'interesse di Dio e della Chiesa. Si è chiesto, dunque - spiega Moraglia - di non chiamare più gli immigrati con tale parola, ma migrantes, a nostro fianco, riconoscendo che tutti siano migranti, pellegrinanti verso una meta che ci sta dinanzi. Mi pare bella l'immagine di sentirci con loro, anche se magari in una situazione più agevole, in cammino verso un qualcosa che sta davanti a noi e a loro".

Nelle proposizioni del convegno si legge, in particolare, che "la fede ci deve aiutare a prendere coscienza della nostra condizioni di migranti (pellegrini). E questo perché nessuno è padrone della sua vita, della sua terra, della sua cultura e della sua fede". Le proposizioni, tra l'altro, invitano le Chiese diocesane ad "accompagnare il ritorno degli immigrati che hanno acquisito capacità presso di noi per riportarla nel paese d'origine, al fine di creare lavoro e, in prospettiva, limitare nuova emigrazione".

 

E siccome i migranti "costituiscono una vera risorsa economica, sociale e culturale", l'invito delle Chiese di Nordest è di "apprezzarli, facendo loro riconoscere la cittadinanza italiana, qualora disposti ad assumersi la responsabilità di impegnarsi per il bene comune nel nostro Stato".

 

Sull'argomento il governatore Luca Zaia è netto: "La cittadinanza agli immigrati va bene, ma dopo dieci anni che sei in Italia". L'esponente leghista lo ha dichiarato a margine della firma dell'accordo per il rilancio ambientale-industriale di Porto Marghera. Secondo Zaia però, fino a oggi è stato dato un "messaggio sbagliato agli stranieri" perché tanti cittadini "sono arrivati qui - ha detto - e si sono trovati delle belle sorprese, qui si lavora per vivere e l'immigrato invece arriva qui sia per vivere che per mandare a casa dei soldi e si è trovato invece a non riuscire nemmeno a sbarcare il lunario".

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