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Bellati risponde a Brugnaro: "Ho mollato perché non hai rispettato le promesse"

L'ex alleato al ballottaggio in una lettera aperta: "Non ho lasciato per soldi, ma perché ha accentrato tutto il potere. Il bilancio è negativo. Sono disponibile a un incontro pubblico"

Erano alleati, ora invece non si possono vedere: sono il sindaco Luigi Brugnaro e l'ex candidato della Lega Nord e di altre liste civiche (come "Mestre Venezia, due grandi città", Gian Angelo Bellati. Il Carroccio grida al tradimento, dopo che Ca' Farsetti si è schierata contro il referendum sulla separazione amministrativa tra Venezia e Mestre. Anzi, ha tirato fuori un accordo elettorale firmato dallo stesso Bellati e da Brugnaro, oltre che da Alberto Semenzato, l'allora segretario provinciale della Lega Nord. Tra i punti dell'intesa il tanto discusso referendum.

Dall'altra parte della barricata Brugnaro ha attaccato Bellati, dichiarando che è stato lui a rigettare la carica di vicesindaco "per soldi", preferendo continuare a lavorare per la Regione. Per questo motivo l'ex alleato ha affidato a una lettera aperta la spiegazione dei motivi per cui abbia deciso di lasciare la politica lagunare: "Ho rinunciato a fare il vicesindaco subito dopo il primo turno - scrive - perché ero candidato a sindaco e non ad altro ruolo. Perché, come avevo previsto, il sindaco ha accentrato tutti i poteri e, da vice, mi sarei dovuto fidare di un primo cittadino che non conoscevo abbastanza per attuare il programma della coalizione. In più - e qui partono le righe più dure - ho rinunciato perché subito dopo l'accordo del 5 giugno per andare insieme al ballottaggio e la relativa conferenza stampa ho cominciato a nutrire subito il sospetto che Brugnaro non fosse uso rispettare le promesse. Per carattere non accetto compromessi e in 24 ore avrei litigato e me ne sarei dovuto comunque andare via".

Bellati, quindi, rispedisce al mittente le accuse messe nero su bianco da Brugnaro su un tweet di sabato pomeriggio: "Mai abbiamo parlato di soldi, stipendi o altre amenità di cui vengo oggi accusato - sottolinea - lavorerei, come sempre fatto, gratis per la mia città. Oggi capisco che ho fatto benissimo a non fare il vicesindaco. Purtroppo Venezia aveva necessità di un cambiamento, ma speravo fosse ben diverso da questo".

Il pensiero va anche al primo anno di amministrazione Brugnaro: "C'è totale non rispetto dell'accordo firmato e di molte promesse elettorali - attacca - in più ci sono l'accentramento delle decisioni, la mancanza totale di riconoscenza verso l'alleato, il trattare il Comune come un'azienda di cui è padrone, l'immobilismo e la mancanza di iniziativa che dominano a Venezia. Tutto ciò mi lascia, da cittadino che vive Venezia quotidianamente, fortemente contrariato. Preferirei che queste energie si concentrassero a creare un futuro diverso per Venezia. Mettendo la mia professionalità a disposizione senza un ruolo politico - continua - ritengo di poter meglio influenzare per attuare gli obiettivi del programma della mia coalizione. Dall'interno del Comune avrei invece dovuto sottomettermi alla volontà del "padrone" e, probabilmente, mi sarebbe anche stato chiesto di restare in silenzio". In conclusione il  guanto di sfida lanciato al sindaco: "Spero che questa querelle non costruttiva per Venezia finisca presto - dichiara - Se servisse sono pronto a un incontro pubblico".

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