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Primarie Pd a Venezia, il trionfo di Felice Casson: "Ora serve unità"

L'ex magistrato ha superato il 50% delle preferenze, doppiando i propri avversari Nicola Pellicani e Jacopo Molina, che in laguna si è difeso

Alla fine della serata, dopo i brindisi in piazza Ferretto e le strette di mano, parte il coro "Felice, Felice", in quella sede del Partito Democratico di via Cecchini che per le primarie aveva appoggiato un altro candidato, Nicola Pellicani. Domenica quel "fortino" è stato conquistato invece da Felice Casson, il senatore che rappresenta posizioni più "estreme" rispetto agli altri due contendenti (oltre a Pellicani c'era anche il renziano Jacopo Molina).

Fin da quando hanno iniziato ad arrivare i risultati dei seggi più piccoli, pochi minuti dopo le 20, nell'ufficio del segretario provinciale Marco Stradiotto è stato subito chiaro come sarebbe finita: vittoria larga, larghissima per Casson, che poi abbraccerà sia Stradiotto che il segretario metropolitano Emanuele Rosteghin lanciando un messaggio d'unità: "Perché così si vince qualsiasi candidato presenterà il centrodestra", dichiara il nuovo candidato sindaco della coalizione di centrosinistra, che già prima della chiusura ufficiale degli scrutini ha ricevuto le telefonate degli avversari: "Ci siamo parlati, è stato chiaro che lavoreremo insieme", ha spiegato Casson.

Il trionfo di Casson: dai brindisi agli applausi nella sede Pd

Del resto le cifre non lasciavano spazio a grosse sorprese: l'ex magistrato ha totalizzato il 55,62% di preferenze in una consultazione interna alla coalizione che ha attirato ai seggi comunque circa 13mila elettori. Numeri paragonabili al 2010, quando però ancora non era esploso lo scandalo Mose e quindi salisse il timore di una ulteriore disaffezione alla politica dei cittadini in laguna. Niente di tutto ciò: fin dalle prime ore della mattina le code si sono allungate ai seggi.

VINCE CASSON - Alla chiusura delle urne è subito apparso chiaro il vantaggio di Felice Casson, che in terraferma ha avuto pochi rivali. Soprattutto nel suo "fortino" di Marghera, oltre che a Mestre (Bissuola, via Piave, viale San Marco). Nelle isole Jacopo Molina si è difeso bene, conquistando un cospicuo numero di voti (circa il 30%), ma ha "perso" il Lido. Andato a Felice Casson. La partita si giocava però soprattutto tra i seggi di terraferma, ma la suspance è stata davvero poca. Quando erano stati scrutinati 6mila voti validi (poco meno della metà), l'ex magistrato aveva il 57% dei voti.

IL SEGRETARIO STRADIOTTO - "Non ho dubbi che i risultati verrano accettati da tutti, poi lavoreremo per unire e per dividere - dichiara il segretario provinciale Marco Stradiotto - Felice Casson vince più o meno ovunque. Quindi non si sono registrate spaccature tra territori. La partita vera inizia adesso, perché dopo tutto quello che è successo la conferma di 13mila persone che vengono a votare significa che la gente ha fiducia nel progetto del Partito Democratico". "Questa è una vittoria di tutti - dichiara il segretario metropolitano Emanuele Rosteghin -  che ci dà molta fiducia per il futuro". Sullo "spettro Padova", che ha portato poi alla vittoria dello schieramento di centrodestra, Stradiotto ha le idee chiare: "Da stanotte inizia un lavoro di sintesi, la peggior cosa che possiamo fare è pensare che sia già fatta - sottolinea - La partita inizia adesso e staremo attenti ad ascoltare tutte le sollecitazioni della gente. I 13mila votanti vanno bene, ma dobbiamo convincerne altri 200mila. L'esempio di Padova è lampante, dobbiamo fare bene i compiti per casa".

I POSSIBILI RIVALI DEL CENTRO-DESTRA - "Brugnaro? Sarebbe una bella partita - dichiara il segretario provinciale del Pd Marco Stradiotto - sia lui, sia Francesca Zaccariotto sono rivali che non dovremo sottovalutare. Ma se stiamo compatti e non sottovalutiamo l'avversario noi siamo convinti di farcela".

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