La Lega punta alla "mini secessione": "Meglio separare Venezia da Mestre"

La Lega Nord di Venezia dice sì all'ipotesi di un distacco amministrativo-istituzionale fra le realtà di Venezia e quella della città di Mestre. Per Alessandro Vianello, capogruppo consiliare, "occorre una gestione diversa delle due aree: rendendole autonome, ci sarebbe un miglioramento per entrambe".

"Nessuna separazione tra la gente, siamo e rimaniamo 'fratelli' - precisa - ma occorre diversificare la gestione amministrativa per poter dare ai cittadini veneziani, del centro storico da una parte e della terraferma dall'altra, la miglior guida possibile".

Nel rendere autonomi i due centri, secondo il Carroccio, ci sarebbero migliorie per entrambe le comunità, senza creare spese aggiuntive, ma, anzi, ottimizzando quanto si ha a disposizione, "proprio in virtù di una maggiore oculatezza e conoscenza del rispettivo territorio di competenza".

Ritengo questa discussione completamente anacronistica - risponde il capogruppo dell'Unione di Centro a Ca' Farsetti Simone Venturini - frutto di una visione di basso profilo e in contraddizione con le sfide che ci pone il futuro. Tutto ciò avviene proprio in concomitanza l'interessante confronto sulle città metropolitane. Chi sostiene la necessità di separare Venezia e Mestre dovrebbe anche sapere che i cittadini di Marghera, Favaro, Campalto, Chirignago e Zelarino non si riconoscono "mestrini" ma bensì veneziani, a meno che la lungimiranza degli autonomisti non preveda sei o sette microcomuni, rendendo di fatto irrilevante l'intera città".

Secondo Venturini l'obiettivo deve essere un altro: "La battaglia che invece dobbiamo fare tutti - conclude - è quella per il riconoscimento della specificità veneziana affinché essa diventi città a statuto speciale, essendo di fatto unica al mondo e con esigenze altrettando uniche".

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