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"A Venezia niente quorum? E' perché non c'è stato il referendum di separazione"

Marco Sitran, portavoce del gruppo civico "Mestre-Venezia, due grandi città": "Chiediamo al presidente Zaia che indichi la consultazione per il 4 marzo scorso, insieme alle Politiche"

“Il dato di maggior interesse che appare dai risultati del referendum del 22 ottobre è certamente quello del territorio comunale di Venezia, dove il quesito sull’autonomia, in termini di affluenza alle urne, registra un modesto 44,9% rispetto alla media regionale di circa il 57%". Questo il commento del portavoce del gruppo civico "Mestre-Venezia due grandi Città", Marco Sitran, che alla Regione aveva chiesto ben altra consultazione referendaria, vista la volontà di dividere il Comune lagunare in due Enti: "La città lagunare non ha sostanzialmente raggiunto il quorum - continua Sitran - Questo è un dato che fa riflettere, dato che se l’intera regione avesse seguito l’esempio del capoluogo (o di Padova) il referendum non sarebbe stato valido". 

"A Venezia niente quorum perché non c'è stato il referendum di separazione"

Un dato dalle letture molteplici: "E’ naturale che questo dato, in netta e incontrovertibile controtendenza, può avere diverse letture; a nostro avviso una delle ragioni di questo flop elettorale può essere vista nella delusione degli elettori residenti nel capoluogo regionale, privati in modo ingiustificato del loro diritto a potersi esprimere su di un altro e fondamentale quesito, quello della autonomia amministrativa di Venezia e del ripristino del Comune di Mestre e terraferma, la cui meritevolezza il Consiglio regionale aveva deliberato a febbraio 2016 dopo la conclusione di un iter legislativo iniziato con la raccolta di oltre 9mila firme di elettori veneziani favorevoli alla consultazione", commenta Sitran.

Obiettivo election day nel 2018

Il gruppo civico quindi lancia un appello al presidente della Regione, Zaia: "Richiediamo oggi al presidente Zaia, con forza e determinazione, un incontro a breve e la firma del decreto di indizione della consultazione, come ha di recente promesso, per consentire agli elettori dell’attuale Comune di Venezia di esprimersi democraticamente sul quesito anche approfittando della prossima consultazione elettorale nazionale del 4 marzo 2018 che ne minimizzerebbe i costi - si legge in una nota - la legge che disciplina l’istituto referendario non contiene infatti espresse previsioni sulla possibilità o meno di abbinare il referendum abrogativo con le consultazioni elettorali nazionali; di conseguenza il tutto si ridurrebbe a fattori di volontà politica e di discrezionalità. Se il Ministero dell’Interno dovesse mettersi di traverso - si conclude - invitiamo il presidente Zaia a confermare, in ogni caso, la data di domenica 4 marzo 2018”. 

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