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Referendum dicembre, Salvini bacchetta Brugnaro. Lui risponde: "Sono un uomo libero"

Il primo cittadino di Venezia si smarca dalle "minacce" del leader del Carroccio e ribadisce: "Non ci sono motivi per minacciare conseguenze in giunta a Venezia, è una mia posizione personale"

Resta rovente il clima in Veneto, e non solo, sull'asse Lega-Forza Italia. La scintilla che ha fatto scoppiare l'incendio sono state le dimissioni di massa presentate venerdì notte dai consiglieri della giunta di Massimo Bitonci a Padova che hanno lasciato solo l'ormai ex primo cittadino leghista della città euganea rimasta quindi senza sindaco. 

Una vera e propria "congiura di palazzo" secondo i vertici del Carroccio che non hanno mancato di richiamare all'ordine dal palco di Firenze, dove si teneva sabato la festa di partito, anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Il primo cittadino lagunare nelle stesse ore aveva fatto discutere i suoi per la scelta resa pubblica di votare "Si" al referendum, scelta per altro sopraggiunta al termine di una telefonata con il presidente del consiglio Matteo Renzi. Il leader della Lega Salvini ha quindi subito messo in chiaro: "Se Brugnaro vota sì, Venezia salta".

Pronta la replica di Brugnaro che all'Ansa rivela: "Mi dispiace se Salvini è arrabbiato, ma credo che non ci siano i motivi per minacciare conseguenze sulla giunta a Venezia per quella che è una mia presa di posizione personale. Paura non ne ho, mi spiacerebbe se le cose venissero complicate dalla partigianeria partitica. Io sono un uomo libero".

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