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Referendum di separazione Venezia Mestre, si vota il primo dicembre

Lo ha comunicato il presidente della Regione Luca Zaia. La consultazione è diventata legittima il 18 settembre scorso, quando il Consiglio di Stato ha capovolto la decisione del Tar del 2018

Separazione Venezia Mestre, si vota il primo dicembre. Lo ha deciso il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: «Il referendum consultivo sul progetto di iniziativa popolare numero 8, per la suddivisione del Comune di Venezia nei due Comuni autonomi di Venezia e Mestre, si terrà domenica 1 dicembre 2019».

Legittimo

La consultazione è diventata legittima con la sentenza del Consiglio di Stato, del 18 settembre scorso, che riformando la decisione del Tar del Veneto del 14 agosto 2018 ha dichiarato possibile la consultazione sulla proposta di legge regionale di iniziativa popolare. Per il Consiglio di Stato, «Dall'eventuale esito favorevole del referendum non discende automaticamente che il capoluogo della Città metropolitana divenga Mestre e che a causa di questo il referendum sia inammissibile», si legge in una nota. «Negando il referendum si avrebbe una discriminazione dei cittadini interessati, che verrebbero privati del diritto costituzionale di esprimersi sul cambiamento dei loro assetti comunali». Proprio a dicembre, cioè prima delle amministrative di marzo 2020 e prima della fine dell'anno, avevano chiesto venisse fatto Marco Sitran e Stefano Chiaromanni, del movimento Autonomia di Mestre. «Speriamo nei tempi tecnici - avevano detto  - c'è tempo per farlo prima delle comunali. Potrebbe essere verosimile il periodo di dicembre». E così è stato. «Questo fardello me lo sono portato sulle spalle per dieci anni. È un giorno di vittoria per la democrazia diretta, e per un progetto di legge previsto dalla Costituzione - aveva detto l'avvocato Sitran. «Speriamo non sia già troppo tardi - aveva commentato da parte sua Chiaromanni - visto che le città stanno andando verso il degrado».

Astensione

Di tutt'altro avviso il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che ha invitato i cittadini a non andare a votare «per l'ennesimo referendum sulla separazione», con un appello pubblico. «Dalla divisione di Mestre da Venezia non si tornerà più indietro - ha detto -. Stiamo avviando milioni di euro di investimenti e creando posti di lavoro. Cosa succederà a questi interventi? Piccolo è bello, ma grande è meglio - continua -. Chiunque vede la ripresa economica e sociale dal Lido a Zelarino, da Sant’Erasmo e Pellestrina a Marghera, a Favaro Veneto e Tessera. Una decisione romana tenta di indebolire la città. La storia ci insegna - aveva concluso il primo cottadino - che Venezia deve restare unita, perché solo così è fortissima».

Libertà

«Lasciate libertà di voto ai vostri iscritti e simpatizzanti - si legge in un post Facebook del Gruppo25Aprile del 19 settembre scorso -  perché se non gliela lasciate se la prenderanno comunque, come già successo in molti referendum, e il prezzo rischiate di pagarlo alle elezioni. L'alternativa è fare come quel Craxi che suggerì di "andare al mare", ma nemmeno lui ne trasse grandi vantaggi. Il referendum serve a stabilire se voteremo per un unico sindaco o per due sindaci diversi, a Mestre e a Venezia, com'era stato fino al 1926».


 

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