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Politica

Regolamento edilizio in ostaggio di centinaia di emendamenti

Battaglia dell'opposizione. Sambo: «Avevamo anche espresso parere sostanzialmente favorevole». La Rocca: «Invasione della proprietà privata». Bocciata richiesta di rinvio a gennaio. La maggioranza punta al voto. Visman e Pelizzato: «Ennesimo caso di prevaricazione»

L'approvazione del regolamento edilizio è l'ordine del giorno del Consiglio comunale veneziano, giovedì 12 dicembre, mentre gli operai addobbano per il Natale portone e infissi esterni di Ca' Farsetti. «Dal 2016 l'assessore all'Urbanistica, Massimiliano De Martin, parla di arrivare all'approvazione di questo regolamento, cosa che non è mai avvenuta. Ora la maggioranza vuole fare tutto in fretta e furia, senza discutere emendamenti e sub emendamenti. Non si capisce perché - dice l'opposizione -. Si chiedeva di emendare il regolamento in modo coerente rispetto ai suggerimenti che erano stati dati - commenta la capogruppo Pd Monica Sambo - ma avevamo espresso un parere sostanzialmente favorevole». Fatto sta che arrivare a far passare questo regolamento urbanistico per l'amministrazione sarebbe, dopo anni, e decine di sedute, un fatto storico. 

Centinaia di emendamenti

La discussione, intorno alle 10.30 del mattino di giovedì, si apre in questi termini. È l'opposizione a convocare la stampa per una breve conferenza. «La capigruppo (assemblea) della scorsa settimana ci ha messo davanti al fatto compiuto», spiegano i consiglieri Giovanni Pelizzato e Rocco Fiano della Lista Casson, Monica Sambo ed Emanuele Rosteghin del Pd, Elena La Rocca e Sara Visman del Movimento 5 Stelle. A questo punto la battaglia è aperta. «Se è una prova di forza, mi sta bene», dice La Rocca che è pronta a sfoderare oltre 300 emendamenti, ma ce ne sono in tutto 423, un paio della Lega, gli altri del Pd e Lista Casson - li ho preparati nel fine settimana, confessa La Rocca -. Superfici abitabili, metrature per camere da letto, emissione di fumi per modalità di cottura, requisiti igienici, compatibilità delle modifiche ai servizi igienico-sanitari, restauri. Qualsiasi aspetto degli oltre 100 articoli del regolamento edilizio viene bersagliato, «in fondo - dice La Rocca - era scritto male». Poi da un borsone La Rocca tira fuori un cuscino e annuncia: «Mi sono già organizzata per trascorrere la notte». «Abbiamo fatto tante commissioni sul regolamento - dice Visman - volevamo entrare nel merito e ogni volta ci dicevano, raccogliamo tutte le informazioni, tanto avremo modo di tornarci. Quando è arrivato maxi emendamento non c'era tempo per approfondire». «Ennesimo caso di prevaricazione delle prerogative del Consiglio», dice Pelizzato. Per nessun emendamento c'è approvazione, mentre le ore passano, e De Martin replica: «Io invece non ho portato né cuscino né spazzolino -. Tanto più che molti dei Suoi emendamenti - dice l'assessore rivolgendosi alla consigliera La Rocca - li avevamo già accolti».

Fosse settiche

Nel mirino ci sono le fosse settiche. Quelle che il regolamento vuole obbligatorie, ma non retroattivamente, pena il divieto di realizzare ristrutturazioni o modifiche agli stabili di proprietà privata destinati a locazioni turistiche. Quelle contro cui puntano il dito gli iscritti Abbav (Associazione B&B, Alloggi turistici e Appartamenti del Veneto), presenti e seduti verso la fine della sala consiliare, che applaudono gli interventi di La Rocca. A sostegno della necessità di far partire i lavori per il completamento della rete fognaria cittadina, senza imporre le fosse settiche, «che rischiano - dice La Rocca - di invadere la proprietà privata», il commercialista Giorgio Cichellero Fracca. «Per fare un intervento di straordinaria manutenzione in un’unità immobiliare sita nel Comune di Venezia (ad esempio per realizzare tramezzi interni, controsoffittatura in cartongesso), con il regolamento diventa obbligatorio edificare le fosse settiche, se un immobile è locato turisticamente. Ciò può spingere molti a realizzare tali opere abusivamente, o a procrastinarle o a cedere l’immobile. Gli appartamenti non ad uso turistico, tuttavia, costituiscono la stragrande maggioranza delle unità immobiliari del centro storico, con il risultato che le acque reflue continueranno a essere sversate in laguna senza alcuna preventiva depurazione. La rete fognaria comunale è stata deliberata ed è prevista dalla legge Speciale. E già parzialmente finanziata. Non si capisce per quale motivo l’amministrazione comunale non ponga come obbiettivo primario la sua rapida realizzazione». «Va fatta la rete fognaria e vanno fatti gli impianti di depurazione acque. Dal '95 a oggi sono stati versati per la depurazione 24 milioni. Inoltre, ai cittadini viene chiesto a loro spese la pulizia delle fognature. Solo 8 milioni dei 24 sono stati utilizzati per le acque reflue», e su questa frase di La Rocca c'è l'applauso.

Le antenne

Tornando al Consiglio, l'emendamento che chiede la sospensione della votazione e la ripresa il 9 gennaio, per cui arriva una surroga da Valter Rosato, il nuovo consigliere comunale che ha preso il posto di Paolo Pellegrini, non passa. C'è anche la questione antenne. Al Consiglio esibiscono i loro striscioni i No 5G. «Se si tratta di sperimentazione - dicono - non vediamo perché disseminare dispositivi per tutta la città, senza dare la corretta informazione ai cittadini e diffondendo, a causa della mancata conoscenza dei fatti, e facendo leva sull'argomento che non esistono evidenze scientifiche a sostegno degli effetti negativi per ambiente e salute, preoccupazione e inquietudine. Il 4G non basta?». «Abbiamo chiesto un vero e proprio piano antenne - dice Visman - non è stato accolto. Un passo avanti è stato fatto con le localizzazioni, ma chiedevamo uno sforzo in più sul fatto di imporre una distanza minima dai siti sensibili, ad esempio. Serve fare in modo che ci siano delle norme a regolare il rapporto con i gestori, non accordi che possono cambiare di volta in volta».

L'avvocatura

La maggioranza, con De Martin, propone a un certo punto di separare alcuni emendamenti, quelli che sarebbero stati comunque approvati, dal resto, all'incirca la metà, e di passare alla votazione dei restanti. C'è una sospensione del Consiglio. La Rocca si confronta con altri e con gli iscritti Abbav presenti in sala. Viene anche tirata in ballo la questione del parere dell'avvocatura civica. «La scorsa settimana, nel corso di una Commissione, l'organo è intervenuto per dare propria interpretazione di una disposizione. Non vorremmo approvare un regolamento senza la certezza della legittimità», interviene Nicola Pellicani. Per Silvana Tosi della Lega la sospensiva può arrivare solo dopo il parere dell'avvocatura. Ma la presidente del Consiglio, Ermelinda Damiano, che fa intervenire l'avvocatura, impone di procedere con i lavori. C'è già stata infatti, viene detto dall'avvocatura, «approvazione tecnica dai responsabili dei procedimenti e dagli uffici competenti». La Rocca, infine, rifiuta la proposta di De Martin e la votazione degli emendamenti va avanti a oltranza.

Residenzialità

«La delibera non ha un intento punitivo, è stata perfino suggerita qualche anno fa dalla Regione per rendere omogenee le regole in tutte le città, soprattutto quelle turistiche - spiega il consigliere Maurizio Crovato -. Ci sono 6 mila locazioni turistiche e 40 mila appartamenti: patologicamente la città rischia di subire il turismo. Se uno vuol creare un b&b, come da articoli 25 e 63 del regolamento, deve avere degli accorgimenti tecnologici diversi e sono spese che, se uno fa un investimento per ragioni turistiche, può sostenere. Meraviglia che ci sia chi non rispetta la legge sui b&b, che tutelava le piccole aziende a conduzione famigliare. Se non ci fosse un intervento per limitare la diffusione illegale, non si potrebbe porre un freno a questa ipertrofica diffusione turistica». «Pericoloso utilizzare un regolamento edilizio per imporre obblighi alla proprietà privata - commenta Silvia Boselli di Abbav - si rischia di mettere in discussione la democrazia». «Venessia in afito / i xe drio vender tuto / e ti sempre neto rovina’ …cantavano così i Pitura Freska nel lontano 1993, e la situazione della città non sembra cambiata: anzi, all’epoca della canzone nella Venezia storica si contavano 73.000 residenti, a distanza di poco più di 15 anni abitano 20.000 veneziani in meno, mentre i posti letto per i turisti sono aumentati fino ai 52.720 del 2018», scrive l'inchiesta Venezia in affitto (breve) di Ocio-Venezia.

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