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Città metropolitana, tutto da rifare: Brugnaro sotto e statuto bocciato

I sindaci della provincia votano contro, Pd all'attacco: "Venezia non si governa con arroganza, il centrodestra ha lavorato scientificamente per farsi bocciare"

Fumata nera sul nuovo statuto della Città metropolitana. I rappresentanti del territorio votano contro la proposta del sindaco Luigi Brugnaro, con il risultato che il documento sarà da riscrivere. E non c'è tempo da perdere, perché - come ricorda il segretario metropolitano del Pd, Marco Stradiotto - l'ente corre il rischio di essere commissariato se entro il 31 gennaio non si sarà giunti a una conclusione. 23 astenuti, 4 voti contrari e 13 favorevoli, questo il risultato della votazione dei 44 sindaci che compongono la conferenza metropolitana riuniti venerdì a Cà Corner. Lo statuto, depositato dal Consiglio il 9 dicembre, è stato messo ai voti dal sindaco dopo quasi cinque ore di discussione.

Davide Zoggia, parlamentare Pd, spiega: "Siamo passati in pochi mesi da una possibilità di accordo di tutte le forze politiche ad un bocciatura dei sindaci. Lo statuto della Città metropolitana è il primo passo per un nuovo modo di concepire, governare, dirigere e far crescere un territorio. Ora bisogna fare tesoro di questa battuta di arresto, evitare fratture tra amministratori. Bisogna ripartire verso un percorso condiviso. Le polemiche non devono compromettere la costituzione di un documento importante. Lo dobbiamo ai cittadini".

"Non si perda tempo - conferma Stradiotto - Il sindaco convochi immediatamente tutti i soggetti e si scriva tutto daccapo". E poi attacca: "Lo dico senza ironia: il centrodestra ha lavorato scientificamente per farsi bocciare dai sindaci lo stutato. Non osare, non sfruttare l’occasione e limitarsi a fare la somma tra Comune capoluogo ed ex Provincia meno qualcosa, è una scelta che abbiamo sempre definito perdente". "Scegliere, poi, di non coinvolgere nessuno - conclude - ma di redigere uno statuto chiusi nelle segrete stanze ha fatto il resto: una carta burocratica, senza anima, che non riconosce il ruolo fondante delle autonomie locali e che proprio per questa è stata respinta in modo trasversale dalla maggioranza dei Comuni". Nicola Pellicani, consigliere comunale della Lista Casson, rincara la dose: "I sindaci non sono soldatini, Venezia non si governa con prepotenza e arroganza".

Di parere opposto Luigi Brugnaro: "Ci sono diffidenze di ogni genere, partiti che dietro le quinte giocano la vecchia politica che i cittadini non hanno più pazienza di vedere. Mi sono preso l'impegno a fare ulteriori modifiche, ma dobbiamo rispettare i tempi di legge. Con queste assemblee funziona come con le cooperative: si discute, si discute e non si arriva mai a niente".

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