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Stop al reato di clandestinità? Brugnaro: "Governo, ripensaci"

Il sindaco di Venezia contro l'Esecutivo: "Serve riaccompagnare in Africa tutti quelli che non fuggono da guerre. Dispiace ma bisogna chiudere"

"Caro Palazzo Chigi, come si fa ad abolire il reato di immigrazione clandestina? Fermatevi! Non arrendiamoci al fatalismo!". Anche il sindaco Luigi Brugnaro, tramite il proprio profilo Twitter, si schiera con gli amministratori di centrodestra che chiedono all'Esecutivo di fermarsi. Il quotidiano "La Repubblica", infatti, venerdì mattina ha dichiarato in un articolo che il governo avrebbe tutte le intenzioni di "depenalizzare" il reato di clandestinità. Che tradotto in soldoni vuol dire cancellare tutto.

Il decreto legislativo del ministro della Giustizia sarebbe dovuto comparire nell'ordine del giorno della riunione del Consiglio dei ministri di venerdì, poi il rinvio. Per questioni più burocratiche che altro, spiegano le fonti ufficiali. Per questioni "politiche", secondo Repubblica. Perché nell'Esecutivo siede anche il titolare del Viminale e segretario di Ncd, Angelino Alfano. Uno dei promotori del reato di clandestinità, approvato dal governo Berlusconi nel 2008. Lo stesso Alfano che a Venezia ha intessuto un rapporto saldo con il sindaco Luigi Brugnaro, eletto con l'appoggio delle liste di centro-destra.

BRUGNARO CON ZAIA E MARONI - Il titolare di Ca' Farsetti, dunque, si schiera a fianco del presidente del Veneto Luca Zaia e del presidente della Lombardia Roberto Maroni (uno dei firmatari al tempo della legge), che subito hanno annunciato le barricate. "Necessario pattugliare mediterraneo e riaccompagnare in Africa subito tutti quelli che non fuggono da guerre. Dispiace ma bisogna chiudere", specifica poi Brugnaro in un altro tweet. E ancora: "C'è un'Italia che non vuole arrendersi all'imbarbarimento. Non rinunceremo alla libertà per le donne e al futuro dei nostri giovani".

"DISPIACE BISOGNA CHIUDERE" - Frasi che hanno fatto il pieno di commenti: "Sindaco portaci in piazza a manifestare, anticipa un referendum abrogativo, non serve a nulla il tuo lavoro a Venezia se le leggi Nazionali sono queste. Portaci in piazza, noi ci veniamo", scrive Stefano. "Purtoppo qui non esiste l'accompagnamento coattivo alla frontiera e quindi questi soggetti restano impuniti al loro posto - puntualizza Paolo - Se il reato verrà depenalizzato non cambierà niente. Cambierà solo la prassi burocratica da seguire. Ciò significa che prima se ne occupava la procura della Repubblica e adesso la prefettura. In conclusione se non è zuppa è pan bagnato". 

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