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Parte il countdown: "Entro fine luglio la sentenza sul referendum di separazione"

Udienza cruciale mercoledì sul ricorso di Comune e Città metropolitana avverso l'indizione della consultazione da parte della Regione. Ora la parola passa ai giudici amministrativi

"E' stata un'udienza molto tecnica". Questo il giudizio di uno degli interessati presente nella sede del Tar del Veneto durante l'udienza durante la quale si è discusso del ricorso di Comune e Città metropolitana di Venezia avverso l'indizione del referendum per la separazione tra il capoluogo lagunare e Mestre. 

Il Comune

La data prevista è per il 30 settembre prossimo, sempre che i giudici amministrativi non diano ragione a Ca' Farsetti e a Ca' Corner. Le parti, naturalmente, sono rimaste distanti e i giudici hanno annunciato una possibile sentenza "in tempi celeri". Tradotto: con ogni probabilità, ma le lungaggini sono sempre dietro l'angolo, entro luglio si saprà se per il Tribunale l'iter seguito dalla Regione sia legittimo o meno. Secondo il Comune di Venezia avvallando la consultazione si andrebbe contro alla legge Delrio, che presupporrebbe un nulla osta del Consiglio comunale (e non della Regione) e la votazione di tutti i residenti nella città metropolitana. 

I referendari

Dal canto loro gli autonomisti puntano sul fatto di aver raccolto 9mila firme prima che la legge Delrio entrasse in vigore. La palla, ai sensi dell'articolo 133 della Costituzione, sarebbe della Regione. Durante l'udienza è stato confermato che il nuovo governo Lega-Cinque Stelle ha ritirato il ricorso alla Corte costituzionale deciso dall'allora esecutivo Gentiloni. Ora la parola dagli avvocati passa ai giudici: tra un paio di settimane si saprà (ricorsi e sospensive permettendo) se mestrini e veneziani saranno chiamati alle urne per la quinta volta nella loro storia. 

La battaglia del quorum

"Non entriamo nel merito delle requisitorie presentate dalla parti in causa - commenta Paolo Cuman, del comitato "Un unico grande Comune" - rileviamo ancora una volta l’insistenza con cui si nega la necessità del quorum, appoggiandosi sul fatto che il referendum è solo consultivo e non quindi in grado di produrre effetti immediati e concreti. La cosa ci sembra contradittoria, ma perfettamente comprensibile se si pensa che il referendum è stato chiesto da solo il 4,7% degli aventi diritto, e che a un evento di tale importanza fossero presenti, oltre ad avvocati e giudici non più di dieci persone".

Chiaromanni: "Soddisfatti delle nostre argomentazioni"

Speranzoso Stefano Chiaromanni, rappresentante del movimento Autonomia di Mestre che, in quanto avvocato, ha parlato durante l'udienza: "L'impressione è positiva - dichiara - ci hanno garantito che entro il 31 luglio i giudici del Tar si pronunceranno, quindi prima della pausa estiva. Riteniamo che le nostre argomentazioni siano più valide e approdondite della controparte".
 

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