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Il leader che ha in mente Zingaretti per il centrosinistra veneziano

Comunali e regionali: «Penso a un partito plurale e pluralista. Stop agli ordini delle correnti da Roma. Chi è il capo del Pd lo deciderà il territorio». Bettin: «Non sono io»

Il Pd veneziano, al lavoro per individuare le priorità del territorio, e le prossime strategie politiche in vista degli imminenti appuntamenti elettorali, chiude i 100 tavoli di venerdì sera, all'hotel Russott di Mestre, con l'intervento del leader Nicola Zingaretti. In sala c'è tutto il Pd del territorio. Nicola Pellicani, Monica Sambo, Giorgio Dodi, Manuele Rosteghin, Andrea Ferrazzi. C'è Gianluca Trabucco di Articolo Uno Mdp e c'è il presidente della Municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin (Verdi). Alla parete viene proiettata una diapositiva con la classifica delle questioni prioritarie. In cima a tutte c'è l'ambiente. «Seguo le vicende di questa amministrazione comunale, ma devo dire che Roma non se la passa tanto meglio - ride Zingaretti -. Per costruire una proposta credibile, che parli ai bisogni e alla solitudine della gente, serve un'idea plurale e pluralista, un leader che dirige il partito, non un leader scelto dal partito. Stop agli ordini delle correnti da Roma. La mia idea è che chi comanda debba venire dal territorio, per cambiare il territorio». Non c'è Marco Gasparinetti del Gruppo25Aprile veneziano: «Trascorrerò la serata con mia figlia».

Il «leader» potrebbe essere in sala

«Siamo stati invitati tutti, è un bel segnale di apertura, di lavoro unitario fatto assieme e su contenuti innovativi, anche rispetto alla tradizione del centrosinistra. È una buona prospettiva. Ma che sia io il leader, sono chiacchiere - dice Bettin -. Ho Marghera in testa, è quello il mio luogo». Ma che Zingaretti sia qui per mettere insieme tutti i pezzi del centrosinistra, lo conferma Sambo: «È venuto - dice - per riunione tutti quello che hanno una idea diversa di città, sia altri partiti che singoli cittadini». Invece per Trabucco «Zingaretti o meno, Venezia da tempo sta mettendo insieme un fronte largo di centrosinistra - al di là delle spaccature dei Sì e No al referendum - È l'alternativa a Brugnaro. Oggi è stato solo un tassello in più». 

No alla crisi di governo

«Venezia sta lavorando bene nella costruzione di un'alternativa. Il governo deve capire che la speranza che ha suscitato al momento della sua nascita, perchè ha allontanato lo spettro di una degenerazione democratica del Paese, o trova riscontro sull'efficafia di scelte politiche e soluzioni, oppure non ce la fa. Agli alleati chiediamo meno polemiche. Smentisco di aver parlato di crisi di governo. Ma dobbiamo essere duri a denunciare quanto male fanno litigi, sgambetti, trucchetti. La slavina dei 23 miliardi di Iva è stata superata, abbiamo scelto di tagliare le tasse sui salari più bassi» e scatta l'applauso per Zingaretti. Il premier Conte oggi a Taranto. «Dobbiamo riportare Arcelor ai tavoli, dove ha preso degli impegni. Lo sta facendo il primo ministro». Non esclusi scudo fiscale e nazionalizzazione.

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No Gpl

A Zingaretti consegna il testo di un ordine del giorno Barbara Penzo, del Pd di Chioggia: «Ho chiesto il sostegno del Pd regionale e ora nazionale perché l'impianto gpl, ormai concluso a 200 metri dalle case, non entri in funzione a Chioggia. Non possono passare le gasiere nella nostra laguna e non può funzionare un impianto classificato a rischio di incidente rilevante dentro una città. Impossibile. È la morte per Chioggia».

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