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Salute

All'ospedale dell'Angelo l'ictus si batte sul tempo

«Time lost is brain lost», questo lo slogan del progetto a cui partecipa da un anno il nosocomio mestrino per migliorare il trattamento dell'ictus ischemico

Contro l’ictus, l'Angelo ha tempi eccellenti. E per questo, con due diplomi, la comunità scientifica certifica l’efficacia delle terapie contro l’ictus praticate nell'ospedale di Mestre. «Quando una persona è colpita da ictus - spiega il dottor Rocco Quatrale, primario della Neurologia - è fondamentale la rapidità di azione dei sanitari. C’è un grumo di sangue nel cervello, e ci sono diverse modalità per ‘aggredirlo’ e scioglierlo, o rimuoverlo. Ma quel che conta, in ogni caso, è che tutto venga fatto presto».

Una sfida contro il tempo

Si può agire attraverso farmaci, che vengono iniettati con lo scopo di sciogliere il grumo di sangue che, nel cervello, ostruisce l’arteria, oppure si può procedere con la trobectomia "meccanica", cioè portando un sottile catetere dall’inguine nei vasi arteriosi del collo fino ad avanzare con un microcatetere selettivamente nel vaso occluso cerebrale, raggiungendo, agganciando ed estraendo il coagulo ematico con l’utilizzo di specifici devices. «Comunque, - aggiunge il primario - la sfida è una sfida contro il tempo: evidenze scientifiche consolidate hanno infatti dimostrato come la qualità del trattamento, e di conseguenza la prognosi funzionale dei pazienti con ictus, sia in termini di sopravvivenza sia in termini di disabilità residua, dipendono in prima istanza da una riduzione del tempo che intercorre tra l’esordio dei sintomi e la messa in atto delle procedure terapeutiche».

«Time lost is brain lost»

Questa urgenza di rapidità è ben esplicitata dallo slogan «Time lost is brain lost» (letteralmente: «Il tempo perso è cervello perso»). E da circa un anno la Stroke Unit dell'ospedale di Mestre partecipa al progetto "Angels", promosso dalle Stroke Organization italiana, europea e mondiale, col fine di migliorare e standardizzare il trattamento dell’ictus ischemico acuto. «Il progetto ‘Angels’ - spiega la dottoressa Adriana Critelli della Stroke Unit Neurologica - intende spiega ottimizzare la gestione dei pazienti colpiti da ictus ischemico acuto, sia favorendo l’implementazione ed il numero degli ospedali già attrezzati per la cura di questa patologia, sia migliorando la qualità del trattamento nei centri ictus già esistenti. Mira quindi a standardizzare i protocolli di trattamento, che devono essere semplici e immediati da applicare, affidati ad operatori socio-sanitari formati e organizzati a dovere».

Passo avanti per i cittadini

Ogni progresso nella terapia dell’ictus, dunque, è un passo avanti importantissimo per i cittadini di ogni età. «I risultati dell'ospedale di Mestre - sottolinea il direttore generale dell'Ulss 3 Serenissima - derivano dall’organizzazione di rete della sanità del nostro territorio, che coinvolge Suem 118, ospedali Hub e Spoke, gli specialisti dell’Emergenza-Urgenza e quelli delle Neuroscienze, cioè neurologi, neuroradiologi e neurochirurghi. Ma sono anche il frutto di un lavoro multidisciplinare quotidiano di coloro che, medici, infermieri, fisioterapisti e logopedisti, sono impegnati all’Angelo nella terapia dell’ictus, e di un percorso aziendale diagnostico-terapeutico dell'ictus ischemico acuto che negli anni ha permesso di  triplicare il numero di trombolisi endovenose e incrementare notevolmente il numero di trattamenti endovascolari dal 2013 ad oggi, collocando l'ospedale dell’Angelo tra i primi ospedali Hub della Regione Veneto».

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