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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Salute

Ulss 3, "Malattia di Lyme": ecco come difenderci dalle zecche | VIDEO

Quali sono i sintomi? Come prevenire le punture di zecca? I consigli dell'Ulss 3

"Parchi e boschi sono luoghi ideali per fare una scampagnata, magari col proprio cane": inizia così il video realizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezia sulle Zecche "Rischi per la salute e cosa fare per prevenirli", che permette alla Ulss 3 di ritornare sul tema della Malattia di Lyme.

La malattia

Il termine "Lyme" deriva dal nome dell’omonima cittadina nel Connecticut dove, nel 1975, si presentarono numerosi casi - una vera e propria epidemia - di artrite preceduta dalla comparsa di eritemi al tronco, con chiazze che potevano avere diametro di 10-50 centimetri. Si scoprirà che quella infezione era stata provocata da batteri trasmessi, ai malcapitati, tramite il morso di zecche infette. Una malattia che torna a far parlare di sé nei periodi caldi e temperati e che è tipica delle regioni del Nordest.

Endemica nel Nordest

È una malattia altamente diffusa nei Paesi dell’area temperata, con una presenza importante in montagna fino a quote di 1800 metri: "Quanto al nostro Paese - spiega il primario di Dermatologia della Ulss 3, Massimo Donini - la si può considerare ormai endemica nelle regioni del Veneto, del Friuli Venezia-Giulia, del Trentino, oltre che in Emilia, in Liguria e in Piemonte. Sono invece sporadiche le segnalazioni di questa patologia nelle regioni del sud. Si tratta di una patologia che ci riguarda molto da vicino - continua il primario - che possiamo dire collegata alle nostre montagne, ai luoghi ed al clima delle nostre vacanze. La diffusione della Malattia di Lyme è legata a quella del suo vettore principale, la zecca dei boschi (Ixodes ricinus): si diffonde l’insetto e si diffonde la possibilità di contrarre la patologia: in Italia se ne conta circa un migliaio per ora diagnosticato e nel Veneto circa 60 casi all’anno".

Sintomi

Circa il 20% delle persone contagiate dalla Borrelia non presenta inizialmente alcun sintomo. Nel restante 80% la malattia si annuncia generalmente nel periodo primaverile-estivo-autunnale con la comparsa di un'unica lesione cutanea eritematosa, che appare dopo un intervallo di 3-30 giorni dal contagio, all’inizio di dimensioni limitate e presente nella sede della puntura; via via la macchia si estende fino a diventare un eritema anulare che si espande progressivamente e lentamente fino a chiazze di oltre 10 cm di diametro anche in altre sedi corporee (eritema migrante). All'eritema si associano sintomi simil influenzali come febbre, cefalea, artro-mialgie migranti ed intermittenti e spossatezza. Se non trattato, l'eritema dura in media 3-4 settimane ed in seguito può recidivare con lesioni multiple ma di minori dimensioni. Se non curata in tempo, la persona contagiata comincerà ad accusare dolori e gonfiore alle articolazioni (artrite nel 60% dei casi) che durano anche mesi, potranno associarsi complicanze neurologiche come la meningite o la polineurite nel 15% dei casi (con difficoltà di deambulazione, acufeni, perdita di memoria ed instabilità comportamentale) ed anche disturbi cardiaci nel 4-8% dei casi;  Nelle donne in gravidanza, l'infezione può essere trasmessa al nascituro e può aumentare il rischio di aborto spontaneo.

Prevenzione

Quindi la prevenzione rimane una tappa importante da considerare: esistono infatti alcune precauzioni volte a ridurre notevolmente la possibilità di contatto e morso di zecca, che consistono nell'indossare abiti chiari (al fine di vedere meglio l'insetto), coprire le estremità inferiori con calze chiare, impiegare pantaloni lunghi, indossare un cappello, seguire i sentieri ed evitare di attraversare i prati con erba alta, ed al termine della escursione effettuare un attento esame visivo del corpo e degli indumenti. Anche i cani al seguito andrebbero trattati con repellenti e controllati al rientro dall'escursione (meglio se prima di rientrare in casa).

Rimuovere la zecca prima possibile

Qualora si debba individuare una zecca, questa va rimossa il prima possibile in quanto la probabilità di contrarre un'infezione è direttamente proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull'ospite: infatti solo dopo alcune ore la zecca inizia a rigurgitare parte del suo pasto, inoculando nell'ospite gli eventuali patogeni. Nella procedura di rimozione occorre evitare l'impiego di alcool, acetone, trielina, olio o unguenti per evitare di indurre il rigurgito di sangue dalla zecca all'uomo, cosa che favorirebbe la trasmissione dell'infezione; si deve quindi afferrare con una pinzetta a punte sottili evitando di schiacciarla e rimuovere tirando dolcemente con rotazione (in farmacia si trovano appositi estrattori).

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