Da mercoledì lezioni di architettura alla scuola grande san Giovanni evangelista
Riceviamo e pubblichiamo:
"La Scuola nella Città NOVEMBRE 2017 Da mercoledì 8 novembre la Scuola Grande San Giovanni evangelista darà il via a un ciclo di lezioni sulla “Storia della città e dell’architettura”, tenute da Manuela Morresi, docente ordinario all’Università Iuav di Venezia, sul tema “Sansovino versus Palladio. Conflitti architettonici tra due protagonisti della cultura veneziana cinquecentesca”. Le lezioni si svolgeranno nella Sala Guarana e l’ingresso è libero fino ad esaurimento posti. Si tratta in realtà di un corso universitario durante il quale alcune delle regolari lezioni saranno tenute nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, aperte a un pubblico di cittadini interessati alla storia, all’arte, all’architettura. Obiettivo di questa modalità didattica è favorire l’incontro tra studenti universitari e realtà sociali e culturali veneziane vissute dall’interno, allo scopo di arricchire l’esperienza formativa con un maggiore radicamento nel territorio. Il corso compone le tappe attraverso le quali due studiosi, Wolfang Lotz e Manfredo Tafuri, hanno preso spunto per le loro analisi, ripercorrendo la formazione e la produzione architettonica di Sansovino e Palladio, con estensioni agli universi artistici fiorentino, romano, vicentino e mantovano (imprescindibili le “presenze distanti”, nello spazio e nel tempo, di Bramante, Raffaello e Giulio Romano). Le prime due lezioni si terranno mercoledì 8 novembre dalle 13 alle 17: la prima dalle 13 alle 15, intitolata “Ancora Sansovino a Firenze. Il concorso per la facciata di San Lorenzo (1515-17)”, la seconda dalle 15 alle 17 intitolata “Ancora Sansovino a Roma. Il concorso per San Giovanni dei Fiorentini (1518-21)”. Ecco il calendario dei prossimi appuntamenti: Mercoledì 15 novembre dalle 13 alle 15 si parlerà di “Lettera di Raffaello a Leone X”, mentre dalle 15 alle 17 “Un’opera d’arte totale. Giulio Romano a Mantova: palazzo Te”. Mercoledì 29 novembre le due lezioni riguarderanno “Sansovino in piazza San Marco a Venezia”, dalle 13 alle 15, e dalle 15 alle 17 “I palazzi veneziani di Sansovino”. Infine, mercoledì 20 dicembre si parlerà di “Conflitti senza armonia: Sansovino e Palladio in San Francesco della Vigna e al Redentore” dalle 13 alle 15 e, dalle 15 alle 17, di “Il Vitruvio di Daniele Barbaro (1556/1567). Nel 1973 Manfredo Tafuri pubblicò un saggio dal titolo significativo: Sansovino “versus” Palladio, vale a dire “Sansovino in contrapposizione a Palladio”. Il saggio prende le mosse da un precedente studio del 1967 di Wolfgang Lotz, grande studioso tedesco del rinascimento italiano, dal titolo Palladio e Sansovino. I due autori sostanzialmente concordano nel leggere le vite, le carriere e i risultati architettonici dei due principali protagonisti della scena veneziana cinquecentesca come storie incomponibili. Sansovino, con un’iniziale formazione da scultore a Firenze, poi “trasformatosi” in architetto con le prime esperienze romane, infine maturato architettonicamente a Venezia, dal 1527 al 1570, senza tuttavia mai abbandonare l’attività scultorea. Palladio, al contrario, dopo l’iniziale formazione come scalpellino presso la bottega dei maestri di Pedemuro a Vicenza, grazie al patrocinio del patrizio vicentino Giangiorgio Trissino, e più tardi di Daniele Barbaro, patrizio veneziano e patriarca eletto di Aquileia, acquisisce le competenze di un architetto “puro” (nel senso di non “contaminato” con altre arti), esperto conoscitore dell’Antico (dopo quattro soggiorni a Roma), fino a divenire un vero e proprio “teorico”, grazie al contributo fornito a Barbaro per i Commentari al trattato di Vitruvio (1556), e alla pubblicazione dei Quattro libri dell’architettura (1570), testo che gli rese fama mondiale. Secondo la docente, la principale differenza tra i due studi citati, molto vicini tra loro nel tempo e sostanzialmente concordanti nelle conclusioni, consiste nel fatto che Lotz si limita a differenziare, come due approcci diversi, i modi di fare architettura di Sansovino e Palladio, con abbondanza di esempi discussi puntualmente e altrettanto circostanziati. Tafuri invece adombra un insanabile conflitto “ideologico” tra i due: un conflitto che avrà il suo epilogo in una peculiare occasione veneziana, il cantiere di San Francesco della Vigna, avviato da Sansovino nel 1534, portato a termine da lui stesso nelle murature perimetrali e nell’allestimento interno entro i primi anni ’60 del ‘500. Estromesso in seguito dal cantiere, causa il cambiamento della committenza, a Sansovino subentra Palladio, cui spetta la realizzazione della sola, splendida facciata: quest’ultima massimo esempio dell’assoluta incompatibilità tra le mentalità sansoviniana e palladiana. La contrapposizione tra i due architetti viene descritta e discussa da Tafuri in una piccola monografia, L’armonia e i conflitti. La chiesa di San Francesco della Vigna nella Venezia del ‘500 (1983), volume di una fortunata collana Einaudi, “Microstorie”, di breve durata nel tempo (forse troppo “intellettuale” per l’epoca, avviata da Carlo Ginzburg e purtroppo cessata dopo pochi anni). Qui le premesse del citato saggio di Tafuri, Sansovino “versus” Palladio del 1973, trovano il loro epilogo".