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Maltempo, si ipotizzano danni per milioni al comparto agricolo

Il bilancio definitivo è ancora prematuro. Manzato:"Chiediamo di poter ricorrere subito al piano irriguo nazionale

Si parla di maltempo e si fa immediatamente il bilancio dei danni. Quest’anno il mese di gennaio sia stato da record per quanto riguarda le precipitazioni. A confermarlo anche i dati che arrivano dal Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima (Isac-Cnr) a proposito di temperature e precipitazioni del mese appena trascorso. Questo, infatti, ha fatto registrare temperature di oltre due gradi (+2.1 per l'esattezza) superiori alla media del periodo di riferimento 1971-2000, collocandosi al terzo posto tra i mesi di gennaio più caldi dal 1800 ad oggi (dopo il 1804 e il 2007). Le precipitazioni, affermano i dati, sono state piuttosto abbondanti su gran parte del territorio italiano, soprattutto al nord dove, mediamente, sono caduti oltre due volte e mezzo (+160%) i millimetri che solitamente si osservano a gennaio (con punte nel Nord-Est che superano di oltre le quattro volte le piogge medie di quelle zone), facendo chiudere il mese per l'Italia Settentrionale come il terzo più piovoso di sempre: era dal 1845 che non si registrava un'anomalia simile nel Nord Italia.

E non sono mancati i danni, in modo particolare al settore più importante della nostra economia, quello agricolo. Nel Venero un bilancio definitivo dei danni è ancora prematuro, perché sono in corso ancora verifiche e bisognerà vedere cosa si troverà quando l'acqua se ne andrà dai campi. Ma si parla di milioni, tra danni alle produzioni attive, perdite dirette di animali, strutture danneggiate, effetti negativi sulle colture legnose e su quelle ancora in stasi vegetativa.

“Chiediamo di poter ricorrere subito al piano irriguo nazionale, peraltro finanziato con fondi regionali – ha affermato l'Assessore all'agricoltura Franco Manzato nel corso di un vertice che si è svolto ieri nella sede della Cantina di Villorba, in provincia di Treviso con le diverse componenti del mondo agricolo. Per noi irrigazione significa anche intervento sulla rete che porta, distribuisce e raccoglie l'acqua nel territorio”: migliaia di chilometri di canali dei quali oggi più che mai va curata la manutenzione, la ricalibrazione, il miglioramento, l'ampliamento. “Non dobbiamo dimenticare che la gran parte del territorio del Veneto, agricolo e non, è ad un livello inferiore a quello del corso di molti fiumi e che il 10% è addirittura sotto il livello del mare. La storia del Veneto – ha concluso Manzato – è storia del controllo e della regimazione delle acque, con il coinvolgimento diretto degli agricoltori e delle comunità”.

Quello che però è sicuro è che non ci si può trovare ogni volta a fare i conti a posteriori, ma occorre avviare ogni iniziativa capace di limitare e ristorare i danni in una situazione climatica dove gli eccessi sono non più un caso fortuito ma una costante.
 

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