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Veneto, approvata legge regionale per il turismo rurale e delle fattorie didattiche

Lo scorso 17 dicembre la giunta regionale veneta ha approvato le modifiche alla legge regionale del 10 agosto 2012 numero 28 "disciplina dell'agriturismo, ittiturismo e pescaturismo", ampliandola "al turismo rurale e delle fattorie didattiche"

Un fenomeno sempre più in evoluzione nel nostro Paese è quello delle fattorie didattiche e degli agriturismi, un modo alternativo e anche divertente per avvicinarsi al mondo della natura e dell’agricoltura. Ma soprattutto anche un modo per scoprire un turismo diverso, sicuramente più sostenibile e rispettoso dell’ambiente. In Veneto, affermano alcuni dati della Regione del 2012, il turismo sostenibile resta ancora molto di nicchia, scelto solo dall'1% dei turisti pernottanti, ma le preferenze verso questa tipologia d'offerta crescono con un ritmo molto sostenuto avendo registrato nel 2012 ben otto volte gli arrivi del 2000 e 12 volte le presenze del medesimo anno, mentre rispetto al 2011 gli incrementi sono stati dell'8,5%.
 

Proprio per evidenziare il grande successo che le fattorie didattiche stanno avendo, lo scorso 17 dicembre la giunta regionale veneta ha approvato le modifiche alla legge regionale del 10 agosto 2012 numero 28 “disciplina dell’agriturismo, ittiturismo e pescaturismo”, ampliandola “al turismo rurale e delle fattorie didattiche”. Si è voluto puntare l’attenzione, quindi, sull’importanza che le fattorie didattiche possono assumere in modo particolare nel settore turistico: attraverso queste, infatti, si può ampliare e diversificare l’offerta turistica nonché l’uso dello spazio agricolo e vallivo lagunare anche con l’offerta di attività didattiche. Non solo, quindi, si allarga la già vasta offerta turista veneta, ma si fa anche educazione ambientale e sensibilizzazione.
 

Solo nella regione Veneto ci sono ben 243 fattorie didattiche iscritte nell’elenco regionale ma il fenomeno sta sempre più prendendo piede. Il 37,7% delle aziende agrituristiche venete (Dati Regione 2012) è autorizzata all'esercizio di ulteriori attività rispetto a quelle tradizionali, quali equitazione, escursionismo, osservazione naturalistica, trekking, mountain bike, corsi vari, attività sportive, ecc. Tra queste anche l’attività di fattoria didattica: questa è esercitata da ben 134 agriturismi.
 

La legge regionale così modificata definisce turismo rurale come “l’insieme delle attività e iniziative turistiche, sportive, culturali, ricreative, di valorizzazione del patrimonio ambientale, nonché ogni altra attività di utilizzazione dello spazio e dell’ambiente rurale ivi compresi gli ecosistemi acquatici e vallivi, svolta da imprenditori agricoli, imprenditori ittici o da imprese turistiche”. Nel dettaglio fanno parte del turismo rurale “tutte quelle attività culturali, ricreative, di pratica sportiva, di escursionismo, ippoturismo e avioturismo, riferite all'ambiente rurale e degli ecosistemi acquatici e vallivi, svolte anche all’esterno dei beni fondiari nella disponibilità dell’impresa; l’allevamento di specie animali e la coltivazione di specie vegetali a fini amatoriali e di sviluppo del turismo naturalistico e rurale; la realizzazione di iniziative di supporto alle attività di cicloturismo e di ippoturismo anche in connessione a percorsi e itinerari turistici; la mescita di vino, olio o birra ai fini della promozione e la vendita diretta dei prodotti dell’azienda”.
 

La fattoria didattica essendo, secondo la legge “l’azienda agricola o ittica che ospita e svolge attività didattiche e divulgative a favore delle scuole e dei cittadini allo scopo di riscoprire il valore culturale dell’agricoltura, della pesca, della civiltà rurale e marinara”, si inserisce perfettamente in questo contesto. Un potenziale, quello di queste strutture e delle persone che ci lavorano, che ora con questa legge può finalmente esprimersi.
 

Tramite questa legge regionale, infatti, si sono tutelati i lavoratori che operano in questo settore, ma anche gli stessi turisti in quanto queste strutture devono esporre al pubblico tutte le varie certificazioni regionali che riguardano la suddetta attività (simbolo regionale identificativo del turismo veneto o logo delle attività turistiche connesse al settore primario).
 

Coldiretti, che conta circa 600 aziende agrituristiche, quasi la metà del totale regionale, plaude al salto di qualità che la politica ha dimostrato nell’approvare un testo unico in grado di recepire il grande potenziale di questo settore.

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