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Mestre Mestre Centro / Viale San Marco, 97/b

L'hanno fatto ancora: "Acab" sul cippo in memoria del poliziotto

Di nuovo imbrattato il monumento commemorativo di Antonio Copia, l'agente che morì a 27 anni nel 2009. Alcuni cittadini lo hanno ripulito

Un atto vandalico che ha suscitato una generale indignazione, e in alcuni cittadini anche un grande senso civico. Non è la prima volta che quel monumento viene deturpato da quella sigla conosciuta in tutto il mondo: "Acab", ossia "all cops are bastards". Non certo un complimento nei confronti delle forze dell'ordine che ogni giorno lavorano per garantire la sicurezza dei cittadini (anche degli imbrattatori, spiegò a suo tempo l'ex questore Fulvio della Rocca, quando già nel 2011 si era verificato l'identico raid vandalico). Sabato, i cittadini di Masegni & Nizioleti associazione Onlus, si sono rimboccati le maniche, cancellando quelle scritte dissacranti e restituendo integri un'opera e un simbolo.

Ancora una volta qualcuno armato di bomboletta spray ha deciso negli ultimi giorni, visto che la scritta era già visibile venerdì, di nascondere con la sigla Acab, con tanto di stella a cinque punte a far da corollario, le parole in memoria di Antonio Copia, il poliziotto che perse la vita nell'aprile del 2009 a soli 27 anni in incidente che coinvolse la volante su cui si trovava a bordo, intervenuta per la segnalazione di persone sospette fuggite nel momento in cui era stato intimato loro l'Alt.

Il cippo commemorativo si trova in viale San Marco, non lontano da San Giuliano. Inevitabile che i colleghi dell'agente siano andati su tutte le furie, visto che non è la prima volta che si verificano atti del genere. Il Siulp, sindacato italiano unitario lavoratori di polizia, ha inviato una lettera al questore Angelo Sanna, al commissario straordinario Vittorio Zappalorto e al prefetto Domenico Cuttaia: "L'ennesima offesa ai caduti della polizia di Stato, é a dir poco inaccettabile per tutti gli operatori in servizio nella città di Venezia, che qui lavorano a tutela della sicurezza pubblica - scrive il segretario provinciale della sigla sindacale, Diego Brentani - Il vile e ingiustificato danneggiamento al monumento eretto alla memoria del collega non può che essere letto come un attentato alle forze di polizia e ai cittadini onesti. Per questo riteniamo ingiustificata la mancata installazione di una telecamera o di apposita illuminazione ad un simbolo della sicurezza e della legalitá, continuamente deturpato da vigliacchi che non hanno rispetto neppure nei confronti dei defunti".

Naturalmente poi arriva la richiesta di "tempestiva rimozione delle scritte dal monumento, valutando ogni iniziativa utile a tutelare un simbolo fortemente voluto dagli operatori di polizia che per anni hanno lavorato al fianco di 'Tonino' per la sicurezza della città".

"Auguro di tutto cuore a questo codardo, di aver presto bisogno dell’aiuto delle forze dell’ordine, chissà, magari, considerato l’odio che ha nei nostri confronti, deciderà di chiamare superman - commenta Mauro Armelao, segretario provinciale dell'Ugl polizia di Stato - Si sa che purtroppo la mamma degli imbecilli è sempre incinta. Prima o poi troveremo chi è stato, anche se nel frattempo confido vivamente nell’intervento della giustizia divina. Intanto auspichiamo che la scritta vergognosa venga rimossa subito e sia messa in sicurezza la lapide, magari monitorata da delle telecamere. Ditemi voi se in un paese civile come l’Italia debbano succedere simili cose e se si debba essere costretti a sorvegliare quello che dovrebbe essere un bene intoccabile e inviolabile, proprio per ciò che rappresenta". Un gruppo di cittadini (in verità gruppi diversi) si è organizzato e ha ripulito tutto.

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