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Il tram "inchioda" e l'anziana finisce a terra. Niente risarcimento: "Andiamo in causa"

Lo rende noto Studio 3A: una 76enne di Carpenedo si è fatta male il 29 settembre 2016: "La compagnia assicurativa di Actv dice che non ci sono testimoni, ma c'è il conducente"

Il tram “inchioda” e lei rovina per terra, sbattendo la testa, riportando diverse lesioni e finendo all'ospedale, ma la compagnia di assicurazione di Actv nega ogni responsabilità sull'incidente. La protagonista della vicenda è una 76enne di Carpenedo. L'anziana, regolarmente abbonata, il 29 settembre del 2015 prende il “siluro rosso”, più precisamente la linea T1 per raggiungere Venezia, quando, all'improvviso, poco dopo le 12.30, non lontano da piazzale Cialdini, l'autista del mezzo frena bruscamente per evitare una bicicletta, come dichiarerà lui stesso. La passeggera dal sedile in cui è seduta vola sul pavimento del tram, sbattendo la testa. A intervenire per primo in suo aiuto è proprio il conducente, che le dà una mano a rialzarsi e, vedendola ferita e dolorante, chiama i soccorsi: a piazzale Cialdini arrivano i sanitari della Croce Verde di Mestre che accompagnano la malcapitata all'ospedale dell'Angelo, dove resta in osservazione per una giornata intera.

A rendere nota la vicenda è Studio3A: "A causa della caduta e del colpo al capo - si legge in una nota della società specializzata nella valutazione di responsabilità civili e penali - la donna riporta un trauma cranico facciale, con granuloma interno al labbro superiore, un trauma distorsivo al rachide cervicale e una contusione all'occhio sinistro con offuscamento della vista. Per lungo tempo lamenterà cefalee, vertigini, nausee, cervicalgia, lombalgia, dovrà portare il collare e sottoporsi a diversi esami, compresa una visita oculistica, e a cicli di laser e di masso terapia al rachide cervicale e lombare".

Studio 3A ha subito presentato una richiesta danni ad Actv chiedendo le coperture assicurative, la quale a sua volta ha passato la pratica alla propria compagnia assicurativa. Quest'ultima ha risposto negativamente, dichiarando, sempre secondo Studio 3A, che non vi sarebbero stati testimoni diretti della caduta. "Almeno uno, in realtà, c'è - si legge nel comunicato di Studio 3A - E' il conducente, che da prassi ha compilato anche un rapporto sull'accaduto, ma la compagnia non intende condividerlo. D'altra parte, basterebbero il verbale di intervento dell'ambulanza e tutta la documentazione medica del pronto soccorso ad attestare che la povera anziana non si è certo inventata tutto. Sarà pertanto inevitabile la causa".

"Abbiamo già seguito quattro casi del genere e questa compagnia si è sempre comportata allo stesso modo, siamo dovuti andare in causa e abbiamo sempre vinto – commenta il presidente di Studio 3A, Ermes Trovò – Faremo altrettanto anche stavolta”.

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