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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mestre Mestre Centro / Via Aleardo Aleardi

Anziana rapinata e picchiata in casa in via Aleardi, due arresti

Si tratta del vicino di casa della donna e di un complice. Fermati un veneziano e un tarantino. La donna finì in prognosi riservata

L'avevano ridotta in fin di vita per pochi spiccioli. Una rapina brutale, che aveva inorridito la città per la sua efferatezza. Ora, però, i due presunti colpevoli dell'assalto di via Aleardi a un'anziana appena tornata a casa dalla spesa, picchiata in maniera selvaggia, sono stati arrestati dai carabinieri. Si tratta di E.L., veneziano 44enne, e V.C., tarantino 52enne, entrambi pluripregiudicati, il primo dei quali residente in un palazzo situato proprio di fronte a quello in cui abitava la vittima, la signora Cecilia di 85 anni (ora andata a vivere lontano da Mestre, anche per le ripercussioni derivanti dall'accaduto). Secondo l'accusa il veneziano sarebbe il "mandante" della rapina, poi eseguita materialmente dal tarantino: quest'ultimo ha agito pur essendo al tempo sottoposto a misura cautelare di obbligo di dimora a Schio, nel Vicentino. Quindi la sera e la notte doveva essere nella struttura berica.

"ORA RESTI IN GALERA": LA RABBIA DELLA SIGNORA CECILIA

Le indagini dei carabinieri di Venezia hanno fatto luce su come si è svolta l'azione della coppia: secondo le ricostruzioni dell'accusa i due avrebbero studiato per qualche tempo le abitudini della vittima designata, aspettandola o seguendola nei dintorni di casa sua. Finché, poco prima delle 12 del 24 marzo, non sono passati all'azione: il tarantino l'avrebbe preceduta lungo le scale, appostandosi al piano superiore e attendendo il momento in cui la donna ha aperto la porta di casa del terzo piano. A quel punto sarebbe sceso e l'avrebbe aggredita alle spalle, spingendola all'interno dell'appartamento e picchiandola selvaggiamente con uno scalpello, continuando anche dopo che l'85enne era crollata a terra sotto i colpi del delinquente. Una furia insensata, che aveva causato alla donna la lesione di dodici costole, diverse fratture maxillo-facciali e la rottura di due dita per sfilarle gli anelli. La vittima era poi rimasta a terra priva di sensi per cinque o sei ore, trovando solo intorno alle 16.30 la forza di chiamare i propri parenti, che a loro volta hanno allertato le forze dell'ordine.

Rapinatore picchia anziana, ecco come l'ha ridotta

Sono state le impronte digitali a incastrare il delinquente tarantino, individuate dal reparto investigazioni scientifiche di Parma sia sul corrimano della rampa di scale sia sullo scalpello lasciato sul posto. Impronte già presenti nei database delle forze dell'ordine, perché appartenenti a un pluripregiudicato. Mentre era stata velocemente scartata la pista che coinvolgeva gli operai di una ditta impegnata in operazioni edilizie, inizialmente presa in considerazione proprio a causa dello strumento utilizzato per picchiare l'anziana lasciato sul pianerottolo. A collegare il tarantino al complice veneziano sono i numerosi contatti telefonici tra i due, soprattutto il giorno della rapina, quando gli investigatori ne hanno contati circa 80. Ma c'è anche la vendita di uno degli anelli rubati da parte del veneziano, registrata in un "compro oro" di Mestre intorno alle 18, poche ore dopo la rapina: il gioiello, fotografato dall'acquirente come da norma, è stato riconosciuto dal figlio della vittima. Questi indizi concordanti hanno quindi indotto il gip ha firmare le due ordinanze di custodia cautelare, eseguite all'alba di mercoledì.

I due presunti rapinatori risultano gravati da diversi precedenti per reati contro il patrimonio, commessi in passato anche con violenza (per quanto riguarda il presunto autore del colpo). I due in questa fase non stanno collaborando con gli inquirenti e con ogni probabilità il quadro accusatorio dovrà affrontare la prova del processo, mentre la signora dopo lo scioccante episodio di violenza ha deciso di cambiare casa: in quell'appartamento non ci è più tornata.

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