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Mestre Bissuola / Via Aldo Camporese

Caro affitti, la discussione al Pertini si fa drammatica: crisi di nervi per un anziano

Tensione all'assemblea di quartiere dopo l'incremento di alcuni canoni degli alloggi pubblici. La minaccia: «Mi butto giù dalla terrazza». Nel pomeriggio a Santa Marta la gente torna in strada

Gli danno un bicchier d'acqua, cercano di calmarlo, poi lo portano fuori a prendere aria. Ma per un momento, all'assemblea di oggi, venerdì 23 agosto al quartiere Pertini di Mestre, si teme il peggio per un anziano. L'uomo irrompe nel dibattito sul caro affitti scaricando come una furia l'angoscia e la preoccupazione di giorni, dopo la lettera di 2 mesi fa con l'avviso del rincaro del canone. Quei bollettini da pagare mensilmente che da 100, 150 euro sono andati a 300, 400, a molti inquilini degli alloggi pubblici veneti hanno tolto la tranquillità e il sonno. «Sono caduto in depressione, mi butto giù dalla terrazza - urla - e continua a scaricare fuori tutte le preoccupazioni, grandi, pesanti, forse diventate insostenibili -. Mia moglie è malata di cancro, io sono ammalato, abbiamo qualche risparmio, adesso ci attaccano anche su questo». La tensione è tanta che si deve fermare per non sentirsi male.

La morosità

Un'assemblea a tratti drammatica. Si alza e prende la parola anche un'altra giovane donna del quartiere. «Io sono proprietaria, non pago l'affitto. Il problema del rincaro non mi riguarda direttamente ma intervengo per dire che è una vergogna. Se vogliono controllare le persone hanno i mezzi per farlo. E ci siamo capiti. Sanno tutto di tutti», dice, usando un'espressione più colorita. Bastava colpire i furbetti veri, lascia intendere, non centinaia di anziani e persone che stanno manifestando, nei presidi e nelle assemblee, tutto il loro disagio, chiedendo con il sostegno di sindacati, comitati e associazioni, che la legge venga sospesa. Al momento, in attesa di aver portato i casi critici sul tavolo dell'assessore regionale al Sociale, Manuela Lanzarin, ciò che viene raccomandato agli inquilini è di pagare il canone, compreso l'aumento, di non aspettare il ricalcolo eventuale, o pagarne una parte. Pena l'incorrere di more, sanzioni, e il limite massimo dei 4 affitti di morosità che fanno scattare il provvedimento dello sfratto. 

Questione sociale

«Cartelline e faldoni ormai sono pieni di pratiche e richieste e certificati - ci mostra Giorgio Rocelli presidente del Comitato di quartiere - È un vero e proprio allarme sociale quello che arriva da certe famiglie. Tentiamo di discuterne, di allargare la partecipazione, come oggi, non mancavano esponenti politici, sindacati e assessori comunali - dice -. Ma è difficile mantenere la calma. Il disagio aumenta ed è facile perdere la ragione, anche se si continua a rassicurare ricordando che la Regione ha garantito di rivedere caso per caso le criticità e difficoltà specifiche entro fine settembre». In sala anche l'assessore alla Mobilità del Comune, Renato Boraso, il deputato del Pd Nicola Pellicani, il capogruppo Pd in consiglio comunale Monica Sambo, il consigliere del Pd Emanuele Rosteghin, il sindacalista della Funzione Pubblica Cgil Daniele Giordano, il consigliere comunale della Lega Silvana Tosi. «Continuano a rivolgersi a noi persone in forte difficoltà - dice Sambo -. Ci sono anziani che hanno qualche risparmio da parte, qualche migliaio di euro. Sono spaventati. A una certa età cure e attenzioni sono necessarie e sono molteplici. E molte non sono gratuite. Nè quelle mediche, né quelle assistenziali, e parliamo semplicemente di welfare e prestazioni dentistiche. Ci sono anziani che hanno bisogno di rifare i denti per garantirsi una qualità accettabile di vita. Di certo la sanità pubblica non finanzia la spesa. E si ricorre ai risparmi». «Questioni economiche a parte c'è anche naturalmente l'aspetto della socializzazione - ricorda Rocelli -. Come fai a sradicare un anziano dal suo mondo? Dal vicinato, dagli amici, dai servizi, dai suoi spazi, mandandolo a vivere altrove? Impossibile e crudele». 

I numeri

Oltre alle case comunali c'è l'edilizia pubblica Ater sul territorio, con 7500 case assegnate nel Veneziano. Gli inquilini raggiunti da lettera di aumento del canone sono più di 6000. Poco più di metà hanno avuto incrementi da 1 a 720 euro all'anno. Hanno già chiesto all'Ater una verifica del proprio caso 1400 assegnatari. «Il presidente Zaia e l'assessore Lanzarin hanno detto che ci saranno delle modifiche alla legge - dice Silvana Tosi della Lega -. In ogni caso per quanto mi riguarda, lo stato di alcuni appartamenti comunali, come quelli in via Gavagnin dove io stessa ho vissuto per anni - racconta - è fatiscente. Sono pronta a un'interrogazione per chiedere all'amministrazione di ristrutturare quegli appartamenti: intonaci staccati, buchi, macchie di umidità, crepe e tanta, troppa incuria».

A Venezia

Nel pomeriggio riunione di inquilini anche a Santa Marta, a Venezia. Ci sono la capogruppo Pd Monica Sambo e il presidente di Municipalità del centro storico, Murano e Burano del Pd, Giovanni Martini. «Tra i cittadini veneziani si registrano, purtroppo, numerosissime famiglie il cui canone d’affitto, aggiornato secondo i nuovi parametri di calcolo, risulta talmente elevato da non essere sostenibile - dice Sambo -. Per i residenti nel Comune avere un reddito famigliare che supera, magari di pochi euro, il valore Isee di 20.000 euro non significa certo disporre delle risorse sufficienti per affrontare il mercato degli affitti. Per questo ho depositato a luglio una interrogazione all’amministrazione Brugnaro, affinché si attivi per porre rimedio alla situazione che si sta creando sia nella terraferma che nella la città d’acqua. Temiamo possa crearsi una vera e propria emergenza abitativa».

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