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Carpenedo Carpenedo / Via Terraglio

"Mostro" in manette, schiavizzava le ragazze e le faceva prostituire

È stato catturato martedì, faceva parte di una banda dedita al reclutamento di donne in Romania. Dopo l'ingresso clandestino le mettevano sul Terraglio

Un "curriculum" con una lista di crimini da fare accapponare la pelle: si è finalmente conclusa con l'arresto di martedì l'attività malavitosa di un cittadino romeno di 41 anni, F.V, fermato dalla squadra mobile di Venezia durante operazioni di contrasto al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e allo sfruttamento della prostituzione. Mentre restano ancora in giro altri quattro componenti della banda, ricercati per gli stessi reati.

L'arresto del "mostro" è avvenuto a Genova, in collaborazione con l'ufficio investigativo del capoluogo ligure. L'uomo, insieme ai quattro connazionali, era destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa i primi di maggio dal Tribunale di Venezia su richiesta della direzione distrettuale antimafia. Di fatto si trattava di una associazione criminale, operante tra il Veneziano e le provincie limitrofe fino a un paio di anni fa, che faceva giungere clandestinamente ragazze dall'est per metterle in strada e farle prostituire.

Tutto è cominciato con la denuncia di una delle giovani ragazze coinvolte, che si è rivolta alla polizia dopo essere rimasta per l'ennesima volta vittima di abusi. La romena ha raccontato le scene di violenza che si svolgevano all'interno degli appartamenti in cui venivano rinchiuse, lungo il Terraglio tra Mestre e Mogliano Veneto. Secondo la testimonianza le ragazze, tutte maggiorenni ma molto giovani, erano costrette a subire violenze sessuali di gruppo e percosse, anche con cinture: durante una di queste aggressioni la donna avrebbe tra l'altro riportato delle lesioni permanenti. Come spesso accade, tutte giungevano in Italia con la falsa promessa di lavori normali come quello di cameriera o badante, ma la realtà putroppo era completamente diversa: le ragazze venivano di fatto ridotte in schiavitù, tenute sotto controllo tutto il giorno e portate sulla strada.

I reati contestati all’arrestato e agli altri cittadini romeni sono quindi favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, riduzione in schiavitù e violenza sessuale. Le indagini hanno consentito di individuare l'intera rete di sfruttatori, i cui componenti si occupavano di ogni fase del viaggio, dal reclutamento in Romania fino alla prostituzione in strada: le donne erano messe al lavoro prevalentemente sul Terraglio, fra il territorio veneziano e quello trevigiano, anche se alcune volte venivano organizzati degli spostamenti per soddisfare clienti all'estero.

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