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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mestre Mestre Centro / Via Piave

Via Piave, centinaia di smartphone "patacca" venduti come originali

Bloccato un giro d'affari da oltre 80mila euro in due negozi cinesi mestrini. Titolare e dipendenti denunciati, migliaia i pezzi di ricambio

L'ultima frontiera della contraffazione: assemblare smartphone contraffatti da vendere a prezzi uguali a quelli originali. Dopo che già a Stra era stato scoperto un gruppo di magrebini denunciato per questo motivo, anche i carabinieri delle compagnie di Venezia e Mestre hanno inferto un duro colpo alle organizzazioni che si reggono su commerci illegali del genere. Come spesso accade, le indagini sono partite in centro storico per contrastare l'abusivismo, risalendo via via la piramide fino a sbarcare in terraferma, dove si trovano i centri in cui i venditori irregolari si riforniscono di materiale. Stavolta i militari sono entrati in azione in via Piave a Mestre, in una serie di negozi di elettrodomestici e telefonia gestiti da un cittadino cinese di 35 anni. Si tratta di esercizi attrezzati per l'acquisizione al mercato nero di componenenti elettronici contraffatti, in modo da assemblare centinaia di falsi smartphone di ultima generazione.

All’interno di due esercizi, infatti, sono stati trovati centinaia di telefonini già assemblati o da assemblare e migliaia di parti di ricambio, come schede di memoria, display marchiati, dorsi. Tutti con i marchi dei brand più famosi. Inoltre c'erano anche un centinaio di DVD contenenti sistemi operativi e altri programmi per computer e telefonini, tutti craccati. I prodotti erano in parte esposti per la vendita, a prezzi di mercato degli originali, e in parte stoccati in piccoli laboratori allestiti sul retro, dove c'era l’attrezzatura per l’assemblaggio e centinaia di cassettiere, ciascuna contenente la singola tipologia di prodotto, distinti per marca e modello.

I cellulari contraffatti sequestrati in via Piave

I controlli e le perquisizioni, oltre che all’interno dei negozi e magazzini di pertinenza, sono stati estesi a un appartamento poco distante dove il cinese custodiva parte della mercanzia. Infatti, mentre i carabinieri stavano ispezionando il primo negozio, il secondo veniva “ripulito” della maggior parte dei prodotti contraffatti. Quando i militari ci hanno messo piede hanno quindi trovato cassettiere vuote e pochi oggetti illegali. A incastrare il titolare l'impianto di videosorveglianza, che ha immortalato i dipendenti dell'esercizio mentre svuotavano tutto in dei sacchi. Gli stessi rinvenuti poi nell'appartamento a poca distanza dai negozi, dove si trovava una ragazza cinese

Tutti i prodotti sequestrati erano conservati ciascuno all’interno di una busta di plastica, con un adesivo che oscurava il marchio contraffatto delle note case madri e stoccati in apposite cassettiere in plastica, ciascuna delle quali con etichetta riportante la tipologia di prodotto contenuto. Al momento dell’assemblaggio si rimuovevano gli adesivi che occultavano i marchi, si ricomponeva il telefono, si installavano il software e il sistema operativo craccato per poi mettere il pezzo invendita al prezzo di mercato, per un giro d’affari di decine di migliaia di euro. D’altra parte, i pezzi di ricambio fasulli servivano anche per effettuare riparazioni di telefoni originali lesionati: chi aveva il display rotto o desiderava un dorso di un altro colore per il suo telefono originale poteva rivolgersi a quei negozi per la riparazione o l’acquisto del pezzo di ricambio, convinto di poter contare su pezzi originali, mentre acquistava patacche perfettamente simili ai prodotti delle case madri.

Complessivamente è stato rinvenuto oltre un centinaio di telefoni, assemblati e da assemblare, circa 4000 parti di essi, delle marche più famose e diffuse, e un centinaio di DVD con software craccati, per un valore commerciale stimato tra gli 80 e i 100mila euro, il tutto posto sotto sequestro, mentre è scattata la denuncia nei confronti del titolare dei negozi, dei suoi dipendenti e della ragazza trovata nell’appartamento dove era occultata una consistente parte dei prodotti contraffatti. In tutto sono quattro le denunce.

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