Il Comune "colonizza" via Piave, si prende gli uffici del boss cinese
L'assessore ai Servizi sociali Simionato ha mappato i locali sequestrati che potrebbero interessare alle associazioni che operano sul territorio
Una parte dell'impero del "Re di via Piave" sta per finire nelle mani del Comune, che ne approfitterà per portare in prima linea associazioni e servizi comunali che hanno a che fare con la strada. Che lavorano tra prostituzione e spaccio. In modo che la zona sia controllata il più possibile al di là della presenza delle forze dell'ordine.
CLANDESTINI E PROSTITUTE, L'IMPERO DEL RE DI VIA PIAVE
Questo almeno è il progetto che ha in mente l'assessore ai Servizi sociali Sandro Simionato, come riporta il Gazzettino. Il rappresentante della Giunta Orsoni, infatti, avrebbe già redatto una mappa degli immobili potenzialmente utili a Ca' Farsetti. Così i primi a trasferirsi potrebbero essere "Città e prostituzione" e l'Etam. In via Piave potrebbe quindi trovare una nuova sede il call center "anti tratta" degli esseri umani.
DOPO L'ARRESTO TORNA LA SPERANZA IN VIA PIAVE
La Procura di Venezia ha approvato che una parte degli immobili sequestrati a "Luca" K.P., il cui importo totale arriva a 20 milioni di euro, vada in gestione al Comune per scopi sociali. Un'altra parte sarà messa a reddito attraverso gli affitti di alcuni negozi che potranno quindi riaprire i battenti. Se poi negli anni dal sequestro si passerà alla confisca, il Comune potrebbe diventare proprietario "vero e proprio" di una serie di immobili preziosi anche dal punto di vista "logistico".