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Quattro anni per una lapide in cimitero: "Il degrado è al massimo"

La situazione viene denunciata al Gazzettino da una ditta di marmisti impossibilitati a lavorare per l'incuria dei campisanti veneziani: "Non possiamo esaudire i desideri dei clienti"

C'è chi attende dal 2008 per una commessa al cimitero di Chirignago, chi invece dal 2009 a quello di Mestre. Un'attesa "eterna" per poter ricordare il proprio caro con un cippo di marmo degno, con foto e l'erba intorno. Una situazione che la ditta di marmisti che lavorano per i campisanti comunali Del Maschio denuncia al Gazzettino: "Saremo costretti a chiudere se va avanti così", dichiarano i titolari, fratelli.

Nel mirino finisce la difficile situazione in cui versano i cimiteri veneziani. Almeno in alcune aree. Senza lavori di sistemazione, che sono di competenza di Ca' Farsetti, la ditta non può esaudire i desideri dei clienti.

I Del Maschio puntano il dito soprattutto sulla situazione in cui versa il campo 5Q di Mestre: "Si rinviano esumazioni, si posticipano i tempi - dichiarano al Gazzettino - ma non si fa nulla per sistemare l'arredo ambientale di quei campi che rimangono degradati e noi non possiamo certo lavorarci sopra". La situazione di difficoltà ha portato già a due licenziamenti e a un danno di circa 60 mila euro. "Ci sono croci qua e là, aree transennate da tempo, padiglioni crepati. L'intera filiera è in pericolo", concludono i Del Maschio.

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