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Funerali di Sinopoli, duomo pieno: "Una fondazione a suo nome"

Questo il desiderio dei parenti. Il vicesindaco Simionato: "Hanno dato l'esempio". La sorella Virginia: "Durante il calvario mai un lamento"

Duomo di San Lorenzo gremito per l'ultimo saluto a Gabriele Sinopoli, il promotore finanziario 65enne rimasto vittima di una brutale aggressione in centro a Mestre a settembre 2012. Mercoledì mattina l'ultima "tappa" di un calvario che ha coinvolto l'intera sua famiglia. Ma nonostante di gente ce ne fosse tanta non si è sentita volare nemmeno una parola d'odio. Né dall'altare (com'era prevedibile) ma nemmeno tra i banchi della chiesa.

E' questa reazione composta al dolore a colpire anche i rappresentanti del Comune presenti alle esequie: "Una famiglia che ha dato l'esempio - ha commentato il vicesindaco Sandro Simionato, accanto all'assessore Gianfranco Bettin - che ha dimostrato un alto senso civico". L'imminente processo (in cui Ca' Farsetti si costituirà parte civile) e i sei giovani rinviati a giudizio per l'aggressione sono tutti argomenti rimasti fuori dalle porte del Duomo. All'interno, invece, è stata ricordata la figura di Gabriele Sinopoli, cui, secondo l'auspicio dei familiari, potrebbe essere intitolata una fondazione benefica.

"Gabriele, in tutto quello che hai passato non hai mai avuto parole d'odio verso nessuno - ha sottolineato la sorella Virginia - La tua esistenza è stata un inno alla vita. Un esempio per tutti noi. Hai lottato come un leone, consapevole di ciò che poteva accadere. Hai voluto condividere con noi la tua sofferenza, ma mai hai proferito un lamento. Grazie. E' stato bello averti accanto". Di sottofondo d'un tratto il "Vier letzte Lieder" di Richard Strauss, una delle opere più amate dal fratello Giuseppe, direttore d'orchestra di fama mondiale mancato il 20 aprile del 2001 a Berlino. Quasi a voler accogliere accanto a sé lo sfortunato fratello, il quale era appassionato d'arte e di musica e pieno di amore per la vita, finché in una sciagurata notte di fine estate qualcuno non ha deciso di rubargliela.

LA CONCLUSIONE DELLA CERIMONIA

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