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Infermiera aggredita e gettata a terra: «Ora basta violenze al personale»

L'episodio ieri al Pronto Soccorso dell'ospedale dell'Angelo di Mestre. Per la donna rotula fratturata con prognosi di circa 2 mesi. Ulss3: «Non dimenticare mai il rispetto reciproco»

Un'aggressione ai danni di un'infermiera dell'ospedale dell'Angelo di Mestre è costata alla vittima una frattura a un ginocchio con prognosi di 2 mesi. L'episodio, avvenuto martedì, è stato segnalato sulla pagina web del sindacato Uil Fpl. «È stata gettata a terra da un paziente psichiatrico che, a causa dell’enorme afflusso di utenza, era stato temporaneamente collocato in un ambulatorio. Sono fatti ormai all'ordine del giorno, anni che lo segnaliamo - scrive Francesco Menegazzi segretario del sindacato -  è giunto il momento che si intervenga in modo più deciso e risoluto a tutela del personale. Ricordo che questo episodio si aggiunge ad altri 2 di qualche tempo fa, quando gli infermieri aggrediti hanno riportato uno una ferita con graffi sul torace, e l’altra la frattura del polso».

«Fischietti, meglio di niente»

«Bisogna che amministrazione e Regione si attivino per mettere i lavoratori a operare in sicurezza, non basta una guardia giurata - dice Menegazzi - perché non ha compiti coercitivi. Al Pronto Soccorso di Mestre accedono circa 90.000 utenti all’anno, con un trend sempre in crescendo negli ultimi anni. Siamo preoccupati – conclude Menegazzi – . Chiediamo che, specie in questa delicata fase, si dedichi più attenzione anche alla sicurezza dei lavoratori. Il personale che opera nell’Ulss 4 è stato dotato di fischietti per allertare chiunque nel caso si verificassero queste situazioni, forse non è la soluzione più brillante, ma è meglio di niente».

Civiltà

«Abbassare i toni, non dimenticare mai il rispetto reciproco, ricordare che in Pronto Soccorso ci sono persone che stanno male, alcuni anche molto male, e ci sono persone che lavorano, e moltissimo, al servizio di chi sta male - sono le parole del primario del Pronto Soccorso Mara Rosada -. siamo vicini all'infermiera e agli altri operatori che hanno subìto aggressioni. Questi eccessi costituiscono episodi isolati, a volte anche motivati, come in questo caso, da disagi di tipo psichiatrico. Ma proprio per isolare questi episodi, chiediamo a tutti gli utenti del Pronto Soccorso di ricordare e di mantenere sempre l'equilibrio nei comportamenti, nelle richieste, nelle esternazioni. ll Pronto Soccorso non è un social network, o un locale pubblico: vi si svolgono funzioni vitali, e non va mai dimenticato che la sua primaria funzione è quella di salvare la vita a chi è in pericolo e di intervenire sulle grandi urgenze».

La formazione degli operatori

«Si è investito molto e sono in corso importanti lavori di ristrutturazione, a dimostrazione del pieno impegno, anche in tema di infrastrutture, verso le necessità dei cittadini - si legge nel sito web dell'Ulss3 -. E a questa risposta aggiungiamo le attività di formazione con cui già i nostri operatori si preparano a gestire le situazioni di difficoltà e di aggressione. Ma solo con la collaborazione dei cittadini utenti e della pubblica opinione possiamo farci carico degli episodi estremi, purtroppo a volte inevitabili, inserendoli e affrontandoli in un clima complessivo di rispetto e di collaborazione».


 

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