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Mestre Carpenedo / Via San Donà

Manifesti fascisti affissi in via San Donà, monta lo sdegno e scatta la mozione Pd

Apparsi a Mestre sono volantini che celebrano i 100 anni dalla nascita del movimento e contro cui hanno preso posizione il Partito Democratico, i partigiani dell'Anpi di Mestre, Cgil, Cisl e Uil

«Cento anni di giovinezza», sono i manifesti apparsi in via San Donà con i simboli del fascismo, nella notte tra il 21 e il 22 marzo. Le reazioni non si sono fatte attendere. Da coloro che hanno denunciato sui social l'affissione dei volantini in città, fino a quelli che hanno preso le distanze e condannato pubblicamente, come il Partito Democratico veneziano e i partigiani. Nel pomeriggio di venerdì è scattata una mozione dei consiglieri Pd. «Tira una brutta aria nel nostro Paese, ma non possiamo permettere vengano esposte immagini come quelle affisse a Mestre. Il fascismo è stato protagonista della pagina più buia del secolo scorso, non solo va condannato, ma l'apologia del fascismo è un reato. Quei manifesti vanno rimossi subito, ribadendo che Venezia è una città antifascista», ha scritto l'onorevole Nicola Pellicani. 

I partigiani di Mestre

«Un attacco alla democrazia - hanno definito in Facebook, i volantini affissi, i partigiani dell'Anpi di Mestre - da parte di gruppi neofascisti a Quarto D'Altino e in via San Donà a Mestre con espressioni di esecrabile e pericolosa esaltazione del centenario dei Fasci italiani di combattimento, in linea purtoppo con la celebrazione organizzata da Forza Nuova a Prato e al cimitero monumentale di Milano il 23 marzo, manifestazioni entrambe autorizzate».

Sindacati

Condanna anche dai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil di Venezia: «Oltraggioso quanto è avvenuto nella notte tra il 21 e il 22 marzo relativamente all’affissione dell’ennesimo volantino inneggiante il fascismo. Non può essere considerata una bravata brandire un simbolo che ha rappresentato per il nostro Paese una stagione di razzismo, xenofobia e violenza e che ha fatto arretrare le condizioni di vita dei cittadini del nostro Paese. Una vergognosa affissione che avviene in una data così vicina a quel 25 Aprile che rappresenta il superamento di una stagione oscura grazie, anche nel nostro territorio, alla lotta partigiana delle forze democratiche che, a prescindere dalla loro connotazione politica, hanno piantato nel Paese l’esperienza democratica e, attraverso la Costituzione, ne hanno promosso i suoi valori. Proprio in un momento storico così delicato, come quello nel quale siamo, dove è necessario rinforzare il nostro pensiero e la nostra azione proprio sui dettami repubblicani e costituzionali».

La mozione

«Considerato che la Costituzione della Repubblica italiana vieta "la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista" e punisce "chi pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche", ritenuto che il sindaco, in qualità di alto rappresentante delle istituzioni, abbia il dovere di far rimuovere tali manifesti e dichiarare pubblicamente la distanza del Comune di Venezia - si chiede al primo cittadino di attivarsi  - per la rimozione immediata dei volantini inneggianti al fascismo, apparsi abusivamente sulle fermate del trasporto pubblico del territorio del Comune di Venezia. A denunciare e condannare tale gesto». A firma: Monica Sambo, Giovanni Pelizzato, Emanuele, Rosteghin, Rocco Fiano e Nicola Pellicani, condiglieri del Partito Democratico veneziano.

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