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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La Mestrina con l'acqua alla gola, spazi dimezzati per la pallanuoto

La società sportiva rischia di vedersi togliere le vasche per gli allenamenti ed è quindi a rischio chiusura. Online una petizione per salvarla

Una società sportiva storica, una realtà locale forte e sana, che si vede togliere la terra da sotto i piedi. Anzi, più che di terra sarebbe meglio parlare di acqua e cloro, visto che le squadre in pericolo d'estinzione in questo caso sono quelle della Mestrina nuoto, ora impegnate in un'impresa tutt'altro che sportiva: mantenere gli spazi che hanno sempre avuto nella piscina di via Circonvallazione, spazi che ora la gestione dell'impianto vorrebbe dimezzare per andare incontro alle richieste del mercato.

DUE ACCORDI – La società sportiva ha ottenuto dal Comune la possibilità di allenarsi nelle vasche della struttura che sorge sui terreni Coni, un impianto restaurato nel '96, affidato per 99 anni alla città di Venezia e quindi dato in gestione alla Asd Nuoto Venezia, la stessa della piscina del parco Albanese e di quella di Sant'Alvise a Venezia. L'azienda, privata, trae profitto dall'utilizzo degli spazi, garantendo le spese di manutenzione, ordinaria e straordinaria. In linea teorica si tratta di accordi in cui tutti ci guadagnano, e difatti dal 1996 al 2006 tutto è filato liscio come l'olio, il problema è sorto con il proliferare di altre strutture sportive nel territorio, realtà più competitive che offrono maggiori servizi e orari da centro commerciale anche per chi vuole allenarsi, riuscendo così a calamitare centinaia di clienti. Anche la piscina di via Circonvallazione vorrebbe pescare dallo sesso cesto, ma per farlo deve dimezzare lo spazio per gli allenamenti delle squadre di pallanuoto, visto che gli orari in cui si riuniscono gli atleti della Mestrina (dalle 14.30 alle 16.30 e dopo le 21), fino a qualche anno fa giudicati poco appetibili dal pubblico, sono ora l'ultima carta in mano alla Asd per richiamare clienti. Una possibile alternativa potrebbe essere la nuova piscina di Marghera, omologata per la pallanuoto, ma per il momento nessuno ne ha fatto menzione.

PETIZIONE ONLINE – Un simile taglio, però significherebbe la fine delle squadre di pallanuoto, che non possono certo prepararsi per le gare accontentandosi di un paio di corsie. La Mestrina vanta ben 120 atleti iscritti, tra prime squadre maschili, femminili e settori giovanili e fa risalire la sua ascendenza fino al 1956, anno della fondazione. Ad oggi la prima squadra maschile è riuscita a riguadagnare la serie B, raggiungendo un traguardo inseguito da ben 27 anni, e la femminile ha lasciato per motivi economici le serie A1 e A2, accontentandosi anch'essa della B, ma continua a macinare risultati impressionanti. Come se non bastasse anche le squadre delle giovani promesse sono incredibilmente attive, e il frequente travaso nelle prime formazioni è una norma che testimonia l'ottimo stato di salute della società sportiva. Ora la Mestrina è con l'acqua alla gola, ma purtroppo solo in senso figurato: per scongiurare il rischio che nell'acqua non ci rientri più nessuno, infatti, è stata anche lanciata una petizione online, che chiunque può sottoscrivere a questo indirizzo. In appena due settimane dalla pubblicazione sono state già raccolte quasi 1.200 firme, e a rilanciare l'appello sono persino gli avversari storici delle squadre, in uno splendido esempio di sportività e stima reciproca, perché i rivali si combattono sul campo e, quando questo manca, il danno è per tutti.

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