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La rinascita di via Piave parte dalla stazione, ecco il super progetto VD

Dopo l'accordo con Ferrovie dello Stato si può finalmente dare il via al piano per la riqualifica della zona, che stavolta comprende anche i giardini

Un'area difficile, sia dal punto di vista sociale che viabilistico, una stazione senza una piazza e senza una vera e propria area di scarico, un quartiere finito nelle spire della microcriminalità e del degrado, queste le problematiche che da anni tormentano via Piave e tutti i dintorni della ferrovia di Mestre. Eppure, dopo tanti diversi tentativi e vari esperimenti di riqualificazione, anche una delle zone più critiche della terraferma si prepara a rinascere a nuova vita, almeno nelle intenzioni del Comune. La Giunta, su proposta dell'assessore all'Urbanistica, Andrea Ferrazzi, ha approvato infatti l'accordo di programma per la riqualificazione dell'ambito urbano relativo alla stazione ferroviaria e finalmente il sindaco, dopo un passaggio in Consiglio comunale, potrà sottoscriverlo. Infine, il documento dovrà nuovamente passare in Consiglio per essere ratificato, ma il via libera da parte di tutti i soggetti interessati (Ferrovie dello Stato in primis, assieme a tutti i suoi “rami”) mostra già un barlume di speranza. E nel super progetto che parte dal Piraghetto per arrivare fino a piazzale Favretti questa volta sono compresi anche i giardini di via Piave, troppo spesso diventati covo di spacciatori e malviventi.

IL PROGETTO - Nello specifico l'area dell'ex scalo ferroviario sarà interessata da interventi di rigenerazione urbana, attraverso la totale o parziale demolizione degli edifici esistenti (alcuni, però, restano soggetti a vincoli particolari), la conferma delle previsioni di superficie lorda di pavimento già previste dal Prg, il trasferimento, a pari tipologie e consistenza, dei volumi residenziali e commerciali presenti nel quartiere tra le linee ferroviarie per Treviso e per Trieste, più l'eventuale trasferimento dei dodici alloggi e due negozi attualmente presenti in via Gazzera Alta. “L'intervento di demolizione e nuova costruzione – ha sottolineato Ferrazzi – ha come obiettivo il miglioramento della qualità architettonica e della dotazione di standard di quartiere, anche attraverso l'espansione dell'area verde del parco del Piraghetto, con l'aggiunta di 18mila metri quadrati di verde”. Per quanto riguarda la stazione ferroviaria, l'attuale area in cui si sviluppa sarà valorizzata con l'incremento della volumetria sulle aree di proprietà del gruppo Ferrovie dello Stato, oltre alla conferma delle volumetrie esistenti. “Abbiamo ridotto la capacità edificatoria rispetto al protocollo del 2010 – ha precisato l'assessore – portandola da 73.600 a 20mila metri quadrati, dove troveranno spazio sale riunioni e altri spazi utilizzabili dai viaggiatori, negozi, multipark e bicipark. Inoltre la riqualificazione di piazzale Favretti farà di questo spazio un punto nevralgico di interscambio ferro-gomma”. Infine, ma non meno importante, l'area dei giardini di via Piave sarà finalmente ceduta al Comune che la riqualificherà grazie a un progetto specifico; ancora non è stato definito nulla di specifico al riguardo, ma a bloccare ogni progetto per una delle zone più malfamate di Mestre era sempre stata la necessità da parte dell'amministrazione comunale di “chiedere il permesso”, ora invece non dovrà risponderne a nessuno, se non ai cittadini di fronte ai quali, però, non avrà più scuse.

L'ALBERGO - Nell'attesa dell'inaugurazione del bicipark nuovo di zecca (che in realtà i cittadini aspettano già da diversi mesi), ci si continua a chiedere quale sarà l'integrazione del maxi-progetto con l'albergo voluto dagli investitori spagnoli. Ferrazzi, nel corso della conferenza di venerdì in Carbonifera, non si è sbilanciato troppo su realizzazione e tempi, ma ha voluto invece assicurare che anche il super albergo iberico farà parte dell'ecosistema della stazione, addirittura con la possibilità di un ingresso che dia sui binari. Una cosa, intanto, è sicura: nella stazione più scomoda d'Italia, dove ancora manca uno spazio per caricare e scaricare merci (o, più banalmente, aspettare in auto qualcuno in arrivo in treno), gli investitori stranieri hanno preteso un arretramento di marciapiedi e carreggiate per avere lo spazio per i mezzi in arrivo verso l'albergo. Insomma, se si vuole caricare le valigie con calma bisogna pagare una camera.

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I COMMENTI - “L'accordo di programma – ha spiegato l'assessore Ferrazzi – è l'evoluzione del Protocollo d'intesa, firmato il 22 marzo 2010 dall'allora sindaco Massimo Cacciari, con Rete ferroviaria italiana (Rfi) e Fs Sistemi urbani. Il Comune di Venezia, dalla firma di quel protocollo all'accordo di oggi, ha sviluppato i temi del progetto arrivando a definire uno scenario di trasformazioni più dettagliato rispetto al 2010, che riguarda l'area ex scalo ferroviario, l'ambito della stazione, e l'area dei giardini di via Piave, di proprietà di Metropolis, una società mandataria di Ferrovie dello Stato”. Insomma, in parole povere tutti sono d'accordo con il nuovo progetto per la stazione, che comunque al momento si mantiene flessibile: stabilita la cubatura, bisogna ora capire quale sarà il disegno vincente, quanti i piani previsti e quali le destinazioni degli spazi. Una cosa, però, Ferrazzi l'ha voluta ribadire: “Non faremo come Penelope, che fa al mattino e disfa alla sera, i soldi pubblici investiti saranno utilizzati al meglio”. Una promessa coraggiosa, in assenza di un piano definitivo, ma senz'altro di buon auspicio.

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