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Mestre Mestre Centro / Via Antonio da Mestre

«Occupazione contro l'abbandono», prosegue la mobilitazione all'ex Umberto I

A Mestre gli attivisti del Loco raccolgono firme per chiedere che gli spazi dell'ex ospedale siano messi a disposizione dei cittadini. Il sindaco Brugnaro replica: «I progetti sono altri»

I ragazzi del Loco restano senza una "casa" ma non si perdono d'animo e, finché il clima lo permette, sfruttano gli spazi pubblici: in particolare il parchetto di via Antonio da Mestre, a ridosso dell'edificio nell'area dell'ex ospedale Umberto I che i ragazzi avevano occupato mercoledì (e che quasi subito era stato sgomberato dalle forze dell'ordine). Nei giorni successivi si sono incontrati e hanno dato il via a una raccolta firme per chiedere di riaprire gli spazi della ex struttura sanitaria: «Chiediamo che l'amministrazione si attivi per sbloccare l'edificio e metterlo a disposizione dei cittadini - scrivono - perché diventi un luogo dove sviluppare attività culturali, sociali e di aggregazione. Un luogo vivo, unico antidoto all'abbandono e al degrado».

Il "buco" nel centro della città

Da parte di molti residenti c'è stato apprezzamento per l'iniziativa, e la solidarietà si è vista anche nel numero di firme raccolte: circa 500, secondo i giovani. D'altra parte sulla necessità di "vivere" gli spazi della città sono tutti d'accordo. Ma mentre per gli studenti l'occupazione è una possibile ricetta urbanistica vincente (sull'esempio di quanto avvenuto in altre città d'Europa), per il sindaco Luigi Brugnaro le cose stanno in modo diverso: «Qualcuno pensa siano le occupazioni dei centri sociali la soluzione per far rinascere la zona dell’ex Umberto I - ha twittato - Io penso invece che sarebbe il colpo di grazia finale. Noi lavoriamo perché l’area sia acquistata dal fallimento da soggetti privati che la rilancino investendoci». Una nuova assemblea è in programma giovedì 18 ottobre alle 15, mentre sabato alle 16.30 un dibattito pubblico sul tema della rigenerazione urbana con Federico Della Puppa.

Esperienza positiva

«Ringraziamo tutti - scrivono i ragazzi - le decine di persone che hanno attraversato l’ex Cup durante la sua breve riapertura, tutti i vicini che ci hanno portato solidarietà, che si sono fermati a fare due chiacchiere, a condividere le loro esperienze. Ma soprattutto le centinaia di cittadini che ci hanno portato la loro vicinanza e hanno sottoscritto la raccolta firme, più di cinquecento in soli due giorni. Ci assumiamo la responsabilità di ciò che abbiamo costruito e realizzato, rivendichiamo di aver tagliato i lucchetti, rimosso la grata, pulito e svuotato lo spazio. Lo abbiamo fatto non perchè crediamo nella legge del più forte o di chi arraffa tutto ingiustamente, ma perché siamo convinti che la rinascita di Mestre debba ripartire dai suoi cittadini, da chi la vive, da chi ogni giorno si mette in gioco per migliorare il proprio quartiere. Soprattutto dove le istituzioni non arrivano».

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