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Venerdì, 19 Aprile 2024
Mestre Mestre Centro / Corso del Popolo, 167

Omicidio di Mestre: "Ho sentito la vittima urlare 'aiuto', poi più nulla"

Una vicina di casa di Francesca Vianello, l'81enne trovata uccisa in casa in corso del Popolo: "All'inizio non ero sicura, ma ora dico che è lei"

"Aiuto". Un urlo isolato, poi più nulla. Galina, donna di nazionalità moldava vicina di casa di Francesca Vianello, l'81enne trovata uccisa nel proprio appartamento di corso del Popolo a Mestre, è convinta di avere udito quel grido martedì mattina: "Ora sono sicura. Era lei - dichiara - all'inizio avevo pensato a un'altra famiglia che abita al sesto piano. Possiede un cane, quindi ho ipotizzato potesse essere stato un episodio di poco conto. Quando ho visto la polizia ho subito collegato".

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Era mattina quando Galina, che lavora in una casa di riposo, perpepisce l'urlo: "La parola 'aiuto' l'ho udita in maniera distinta - dichiara - poi però non ho sentito più niente. E' stato il silenzio, quindi mi sono tranquillizzata". Naturalmente allo stato nessuno può essere sicuro che quella parola isolata possa essere scaturita dall'appartamento del delitto, anche se la testimone con il passare del tempo si è dimostrata sempre più sicura: "Ho dichiarato tutto alla polizia - sottolinea mentre aspetta l'autobus per andare al lavoro - me l'hanno fatto scrivere. Mi dispiace molto per la signora, che era sempre molto gentile. Portava ogni giorno il giornale a una coppia di anziani del mio piano, visto che lui è impossibilitato a uscire. Non mi sono accorta di nessuna preoccupazione o turbamento in lei di recente".

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Dunque, se la testimone "uditiva" non si sbaglia, l'omicidio di Francesca Vianello sarebbe avvenuto la mattina di martedì, tanto più che una dirimpettaia della vittima ha raccontato di averla sentita tossire lunedì sera. "Saranno potute essere le 8 o le 9 di mattina - continua Galina - non posso ricordare con precisione". Il cadavere dell'81enne è stato trovato poco dopo le 12.30. La vittima era prona sul pavimento, nell'antibagno. Il cordino all'altezza del collo (non legato) e il volto gonfio. E' possibile che l'assassino abbia colpito più volte la vittima durante il delitto. Sarà il medico legale a fugare ogni dubbio, stabilendo se quel gonfiore sia dovuto a eventuali violenze ricevute o, al contrario, alla prolungata posizione a pancia in giù tenuta dalla vittima.

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Di certo, però, dalle condizioni del cadavere si evincere che il decesso sarebbe sopravvenuto al massimo a pochissime ore di distanza dal momento del rinvenimento. Si tratterebbe dunque di un delitto perpetrato in pieno giorno, in un condominio in centro città. La vittima ha aperto la porta al suo assassino, o almeno quest'ultimo non ha avuto bisogno di scassinare serrature o altro. Elementi che si aggiungono al fatto che alcuni cassetti di un comò sono stati trovati aperti, come se qualcuno fosse stato sorpreso a rovistare all'interno. Ma potrebbe trattarsi anche di una messinscena. Gli unici elementi certi sono che un'anziana donna è stata uccisa nel proprio appartamento, mentre tutt'attorno il mondo continuava a girare allo stesso modo. Ma ora, almeno finché il colpevole non sarà individuato, in quella zona di Mestre poco o niente potrà essere come prima.  

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