rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Mestre Zelarino / Via Paccagnella

Ingoia una protesi dentaria, eccezionale intervento all'Angelo per rimuoverla

Un turista coreano sabato ha raggiunto il pronto soccorso di Mestre. Aveva ingerito il corpo estraneo mentre mangiava un gelato. Si era incastrato nell'esofago. Ha rischiato grosso

Una settimana fa l'ospedale di Mestre ha affrontato un'emergenza singolare sia per ciò che è accaduto, sia per il modo con cui è stata risolta. E' stato infatti necessario un intervento gestito a più mani dagli specialisti dell'Angelo. Tutto inizia quando si presenta al pronto soccorso K.O.K., cittadino sudcoreano, ospite di un prestigioso hotel di Mestre, che lamentava forti dolori alla base del collo. Salivava molto ed era sofferente. 

La prima anamnesi viene raccolta al triage del pronto soccorso dove, con l’aiuto dell’operatrice che accompagnava il turista nel suo viaggio per le principali città italiane, si scopre che mentre passeggiava per Mestre mangiando un gelato, aveva ingerito accidentalmente una protesi dentaria mobile dell’arcata superiore, della dimensione di circa 5 centimetri, composta da placca, denti e da 2 ganci metallici appuntiti laterali di fissaggio. Il dolore all’atto della deglutizione era stato immediato e, in un primo momento, il paziente aveva provato a far scendere il corpo estraneo incastrato nell’esofago mangiando pane e altri alimenti, con la speranza di potersi liberare autonomamente. I tentativi, però, erano risultati infruttuosi, e anzi controproducenti.

Il dottor Andrea Pellegrini si è subito reso conto della gravità della situazione: i ganci metallici appuntiti che sporgevano dalla protesi, infatti, potevano perforare la mucosa dell’esofago, con conseguente mediastinite: situazione grave, che porta al decesso in più del 50% dei casi. Vengono somministrati immediatamente al paziente farmaci antidolorifici, per ridurre il dolore, e farmaci miorilassanti, per ridurre lo spasmo muscolare esofageo. Per capire la sede esatta dell’ostruzione viene eseguita una radiografia diretta dell’esofago, che mostra la presenza della protesi dentaria a livello della porzione cervicale dell’esofago, posizionata orizzontalmente, “ancorata” alle pareti laterali dell’esofago stesso con i suoi ganci metallici; il rischio di perforazioni è alto e aumenta man mano che passa il tempo, a seguito dell’infiammazione della mucosa attorno al corpo estraneo e del contemporaneo peggioramento dello spasmo esofageo. 
 
Il paziente viene quindi ricoverato nel reparto di Otorinolaringoiatria, dove si dà luogo ad un tentativo di rimozione del corpo estraneo, in sedazione, con un gastroscopio flessibile, attraverso una procedura che ha rischi di complicazioni inferiori rispetto a una esofagoscopia rigida in anestesia generale. Lo strumento però non riesce a progredire oltre l’imbocco dell’esofago. Si rende quindi necessario portare in sala operatoria il paziente, che viene sedato in anestesia generale dal dottor Rajbir Powar. Si procede dunque a una esofagoscopia rigida, manovra molto delicata e per certi versi pericolosa che comporta l’inserimento di un tubo metallico rigido dalla bocca all’interno dell’esofago: l’obiettivo è di rimuovere il corpo estraneo facendolo scorrere all’interno dello strumento, proteggendo così le pareti dell’esofago da eventuali ulteriori traumi. La protesi dentaria risultava ormai scesa fino a pochi centimetri dal cardias, la valvola che separa l’esofago dallo stomaco. A questo punto si è proceduto a combinare l’esofagoscopia rigida con quella flessibile, tecnica complessa e di non frequente utilizzo: introdotto nell’esofago un esofagoscopio rigido, si è proceduto successivamente a far “scendere” il gastroscopio flessibile all'interno del primo. La duplice azione – condotta da dottor Roberto Fuson e dal dottor Lorenzo Trombetta, dell'Otorinolaringoiatria dell’Angelo, insieme alla gastroenterologa dottoressa Alessandra Vitalba – ha permesso di intervenire con le pareti esofagee ben distese, di raggiungere il corpo estraneo e di estrarlo in condizioni di sicurezza.
 
Il successivo controllo non mostrava altre lesioni sospette, ma per precauzione è stato posizionato un sondino naso-gastrico per poter alimentare il paziente senza che questi mangiasse. Al risveglio dall’anestesia, durante la notte, il paziente ha riferito già di un netto miglioramento della sintomatologia. “Eseguito un ulteriore controllo radiologico che escludeva perforazioni esofagee – spiega il primario di Otorinolaringoiatria, il professor Roberto Spinato – il signor K.O.K. è stato dimesso in ottime condizioni di salute, in grado di proseguire il suo viaggio. Il coordinamento tra vari specialisti (otorinolaringoiatra, gastroenterologo, anestesista, pronto soccorso), coinvolti in multidisciplinarietà, la tempestività delle procedure, la competenza dei professionisti e il supporto del personale infermieristico di reparto e di sala operatoria: tutto questo ha permesso che un evento potenzialmente mortale si risolvesse senza alcuna conseguenza per il paziente dimostrando l'importanza e l'efficacia della collaborazione interdisciplinare”. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ingoia una protesi dentaria, eccezionale intervento all'Angelo per rimuoverla

VeneziaToday è in caricamento