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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mestre Mestre Centro / Via Piave

Come il giardino di via Piave è diventato Parco Spacciatori su Google (ma adesso va meglio)

Parla Paolo Antonini, responsabile del nome assegnato all'area verde mestrina: «Me l'ha chiesto Google, dopo aver caricato diverse foto assegnando sempre la stessa didascalia»

Per del tempo (non si sa quanto, precisamente) la dicitura ufficiale dell'area verde di via Piave su Google Maps è stata stabilita arbitrariamente da lui: Paolo Antonini, mestrino già salito agli onori delle cronache per un'aggressione subita proprio in quei giardini, l'aveva definita - tra il sarcasmo e lo sconforto - "Parco badanti e spacciatori". E a furia di upload di foto di denuncia alla fine aveva convinto anche il colosso Google, che si basa su recensioni e contenuti degli utenti per catalogare luoghi e informazioni. Così Google Maps invia una richiesta ad Antonini, chiede conferma dei dettagli inseriti su quel parchetto et voilà, l'area verde senza nome ha finalmente una sua identità.

Non molto lusinghiera, evidentemente, visto che rispecchia ciò che il mestrino osserva, documenta e denuncia da anni: la presenza di spacciatori che la fanno da padroni, che rendono l'area insicura e che dissuadono i residenti dal frequentarla e trascorrervi il tempo libero, come dovrebbe invece essere normale per un parchetto in centro città. «Ora la situazione è migliorata - racconta lui - Ci sono più attività, ci sono i mercatini. I militari girano spesso e ultimamente quei personaggi non si fanno più vedere, neanche la sera. Così i bambini sono tornati a giocare sul prato".

E i pusher? «Purtroppo il problema non è stato risolto, ma spostato. Hanno capito che qui non è aria e si sono trasferiti prima in via Fogazzaro, poi in via Dante. Lì gestiscono i loro traffici senza sosta, di giorno e di notte». Antonini ci vive da 20 anni, accanto al parco di via Piave, e non si contano le segnalazioni inviate a istituzioni e forze dell'ordine: «Violenza, spaccio, prostituzione: questo posto era diventato invivibile. Si è mosso qualcosa dopo che io stesso sono rimasto vittima di un'aggressione, c'è stata la visita del sindaco, l'attenzione dei media. A qualcosa è servito. Ma serve la presenza dello Stato, delle istituzioni". Il 16 aprile scorso il mestrino rimproverò un pusher che stava urinando sulla ringhiera della sua abitazione, e per tutta risposta venne picchiato a sangue; dopodiché invitò Brugnaro ad andarlo a trovare di persona, e così fu.

Lui non molla la presa e continua a documentare la situazione: le sue recensioni sono anche su Facebook, sia sulla pagina "Parco badanti e spacciatori" (di nuovo) sia su quella chiamata "Parco di via Piave". Negli ultimi tempi campeggiano fotografie di bimbi che giocano con la palla, anche dopo il tramonto. «Lentamente si sta togliendo la nomea di parco degradato - ha scritto lui stesso circa tre mesi fa, assegnando un punteggio di cinque stelle su cinque - Si cominciano a vedere bambini che giocano e famiglie di turisti che si siedono sul prato a fare picnic». Su Google ora si chiamano semplicemente "Giardini di via Piave": che sia un segnale?

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