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"Mestre come Colonia", due donne raccontano in tv le molestie per strada

Le testimonianze in onda lunedì sera su "Quinta Colonna". Valeria: "Vergogna, sono esasperata". Il sindaco Brugnaro: "Andremo insieme dal prefetto, non molliamo"

Mestre finisce in tv in prima serata, ma non per qualche merito o lieto evento. Anzi. Il titolo del servizio andato in onda su "Quinta Colonna" già di per sé era tutto un programma: "Mestre come Colonia: ci toccavano ovunque". Una giornalista di Retequattro ha raccolto le testimonianze davanti alle telecamere di due ragazze poco più che ventenni riguardanti le attenzioni sfociate in molestie sessuali subite nella strade della città. Specie in zona stazione: "Io non ce la faccio più - spiega Lucrezia Valeri - ho 21 anni ed è una vergogna, mia madre ne ha 50 e ha paura come me. Sono stata palpeggiata da un cittadino straniero, da allora ho comprato lo spray al peperoncino".

Una vicenda che fa il paio con il racconto di una giovane studentessa universitaria: "Studio a Venezia ma abito a Mestre - sottolinea la sventurata - una sera verso le 8 mi sono trovata alle spalle una persona che si è abbassata i pantaloni. E' stato uno shock, ero da sola. Sembrava straniero. L'immigrazione è un problema che abbiamo, è palese che ci sia. Non è possibile che una persona si possa trovare in mezzo a queste situazioni di sera mentre sta tornando a casa. Per questo ho deciso di raccontare ciò che mi è accaduto, perché potrebbe accadere a molte altre ragazze".

Dunque il punto di domanda è: Mestre città sicura? Il dibattito televisivo è continuato in studio, dove era presente la stessa Lucrezia Valeri: "E' una vergogna, non se ne può più - ha ribadito - quasi ogni giorno quando cammino per strada ci sono queste persone che mettono nel mirino donne di ogni età. Parlo a nome di tutte loro. Ma la sicurezza c'è a Mestre - ha ripetuto più volte - Io non sono razzista. Dico quello che vedo". Dall'altra parte della barricata altri ospiti, che hanno concentrato le proprie confutazioni  sul fatto che non ci siano "dati oggettivi" sull'effettiva pericolosità di Mestre per il gentil sesso.

Le due testimonianze, che non costituiscono certo un bel biglietto da visita, non sono passate inosservate al sindaco Luigi Brugnaro, il quale martedì mattina è tornato sull'argomento: "La libertà si fonda sulle regole e sul diritto -  ha dichiarato - se tocchi una donna devi essere punito. Chi arriva qui non deve permettersi di fare una cosa del genere. Ho visto che due ragazze hanno dichiarato di essere state molestate vicino alla stazione. Le chiamerò e andremo insieme dal prefetto. Non dobbiamo mollare la guardia. Ora vogliono togliere il reato di clandestinità perché non funziona, ma se non facciamo rispettare le regole chiaro che non funzionano. Il problema è che uno non può venire in Italia e decidere lui, non è così. Capisco il profugo, gli altri no. Questi possono anche decidere di non lavorare. Chi non si integra a casa, via. Abbiamo un problema di tenuta democratica. E' il non fare - ha concluso -, il non prendere certe decisioni, che poi dà la stura agli esagitati".

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