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Pride Village amaro per un mestrino: "Picchiato a sangue perché gay"

La manifestazione rivolta a omosessuali e non dell'estate padovana si è conclusa sabato, quando un 23enne ha denunciato di essere stato insultato e poi preso a pugni da un aggressore

Il dolore non se ne va. Perché a distanza di più di due giorni dall'aggressione di sabato le ferite sono soprattutto interiori. J.M., 23enne omosessuale, la sera del 1 settembre aveva raggiunto da Mestre il Pride Village di Padova, il villaggio gay friendly che allieta le serate euganee in zona fiera. Lì, secondo quanto avrebbe dichiarato a Il Gazzettino, sarebbe stato oggetto di un'aggressione da parte di un giovane, presente con la sua compagnia di amici alla serata. Dapprima sarebbero partiti epiteti poco carini, per poi arrivare alle mani. Il giovane, verso le 2 di notte, sarebbe stato colpito al naso da un pugno, dopo essersi avvicinato al suo interlocutore per capire il motivo di tanta aggressività.

Nessuno si sarebbe avvicinato per aiutare il malcapitato, a eccezione di un amico, che per tutta risposta sarebbe stato strattonato. I ragazzi con cui si trovava al Pride Village l'aggressore, invece, avrebbero continuato a ridere da distante. Doveva essere una serata di festa, di spensieratezza. Invece si è conclusa al pronto soccorso dell'ospedale di Mirano.

Il giovane non ha potuto denunciare il suo aggressore, poiché la sorveglianza sarebbe arrivata a sedare la rissa con alcuni minuti di ritardo. "Sto pensando anche di procedere contro la sorveglianza per il ritardo con il quale è intervenuta - ha dichiarato J.M. al Gazzettino - ma, soprattutto, perché con il loro agire non ho potuto sporgere denuncia contro quel giovane. Non ho nessuna rimostranza invece contro gli organizzatori della manifestazione, che ho frequentato diverse volte durante l'estate. Mi auguro che la polizia riesca a rintracciare il mio aggressore perché sono perfettamente in grado di riconoscerlo".

“E' necessario stigmatizzare quanto successo, perché colpisce tutta la nostra comunità - ha commentato l'assessore alla Cultura delle differenze Tiziana Agostini - E’ intollerabile che ci sia ancor oggi spazio per la violenza verso chi, a torto, è considerato diverso. Come amministratori non possiamo far finta di non vedere. Ogni persona ha il diritto di costruire il proprio percorso di realizzazione personale e di vivere la propria vita al meglio, senza essere discriminato o aggredito per motivi religiosi, sessuali, etnici. Venezia fa parte della rete RE.A.DY, Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere e grazie a quest’impegno nazionale e locale sta costruendo da anni percorsi educativi nelle scuole, affinché atti come quello di sabato, non si ripetano più”.

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