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Mestre Mestre Centro / Via Giosuè Carducci

"Doveva vendermi una bici, mi ha rapinato e sequestrato": la vittima finisce all'ospedale

E' successo sabato. Un cittadino tunisino riesce a scappare dopo essere stato, a suo dire, segregato per un'ora in un cantiere vicino all'ex Telecom di Mestre: "Mi ha rubato 500 euro"

"Mi ha tenuto per più di un'ora prigioniero, picchiandomi e rapinandomi". E' quanto ha raccontato nella mattinata di sabato un cittadino tunisino alla polizia non appena si è riuscito a liberare dalla "prigionia". Un episodio ancora tutto da chiarire, su cui ora stanno indagando le forze dell'ordine. Anche perché di testimoni non ce ne sarebbero e si svilupperebbe in un settore border-line in fatto di legalità: la compravendita di biciclette rubate.

Tutto inizia sabato mattina, quando la vittima si incontra con un connazionale per l'acquisto di una bici. Quest'ultimo gli dice di seguirlo e lo porta in un cantiere nella zona dell'ex stabilimento Telecom di via Carducci. Lì, al posto di andarsene su due ruote, la vittima sarà costretta (a suo dire) a scappare a gambe levate con la paura di essere inseguito. Perché il suo interlocutore non ha alcuna intenzione di vendere bici o quant'altro. Lo blocca e lo picchia raggiungendolo con alcuni pugni e colpi proibiti, anche al volto. 

Di fronte alle minacce l'aggressore riesce a intascarsi anche i soldi che lo sventurato aveva con sé, circa 500 euro in contanti. Solo dopo più di un'ora di faccia a faccia la vittima sarebbe riuscita ad allontanarsi dalla zona e a chiamare le forze dell'ordine. Timorosa di essere seguita, avrebbe raggiunto un vicino supermercato. In modo da evitare di essere sorpresa ancora una volta in posti isolati. Subito dopo sul posto sono intervenute le volanti della polizia, che hanno soccorso il ferito e l'hanno accompagnato al pronto soccorso per gli accertamenti del caso. Per il tunisino traumi comunque lievi per fortuna: è stato dimesso con una prognosi di 5 giorni. 

Solo poche ore prima, verso le 22 di venerdì, la polizia era dovuta intervenire per un'altra aggressione a scopo di rapina che ha visto coinvolti cittadini tunisini: una vittima di origini magrebine è stata circondata da una decina di malintenzionati che, dopo avergli chiesto della droga, hanno utilizzato dello spray al peperoncino per vincere le sue resistenze. Impossessandosi del suo cellulare. 

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