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Renzi a Mestre e Marghera: "Riqualificazione edilizia per ripartire, qui un grande esempio"

Il segretario Pd accolto dai simpatizzanti in stazione, poi l'incontro alla Cittadella dell'Edilizia con i leader di Ance e Confindustria. Faccia a faccia con i lavoratori della Mantovani

Approda a Mestre in treno, l'ex premier e attuale segretario del Pd Matteo Renzi. In tour nel Veneto, ha viaggiato con una delegazione del partito, tra cui le parlamentari Casellato, Puppato e Rubinato, giungendo alla stazione della terraferma veneziana verso le 10.30. È stato accolto da una sessantina di simpatizzanti che lo attendevano alla banchina, bandiere in mano. Una donna, mentre Renzi si lasciava andare a strette di mano e selfie, ha iniziato a candare "bandiera rossa" esclamando: "Siamo noi il vero Pd", subito zittita dai presenti. I tentativi dei cronisti di porre domande al leader Dem su autonomia, grandi navi e gioco delle alleanze in vista delle elezioni sono caduti a vuoto. L'intenzione è di parlare solo con i cittadini e gli amministratori del territorio Pd: "Quando abbiamo concepito questo viaggio l'abbiamo fatto perché vogliamo ascoltare", ha spiegato in un secondo momento Renzi, che si è fermato a colloquiare nelle poche ore in territorio lagunare con pensionati, lavoratori e sindaci, non ultimo quello di Mira.

"L'Italia è ripartita"

L'ex premier una volta salito in auto ha raggiunto la Cittadella dell'Edilizia di via Banchina dell'Azoto a Marghera. "Abbiamo deciso di venire qui perché il tema dell'edilizia è il tema del nostro Paese - ha affermato - Sulla tappa veneziana c'è subito chi aveva pensato a un bell'evento sulla cultura, abbiamo deciso diversamente. L'investimento nell'edilizia - ha continuato - non serve solo a far ripartire il Pil, ma anche a riqualificare le periferie. L'Italia è ripartita, il Pil è migliorato e aumenterà di quasi il 2 per cento. La percentuale sarà più vicina al 2 che all'1 per cento. Si è cambiato il trend senza il settore dell'Edilizia, pensate quindi a quanto straordinaria è questa occasione". Uno sguardo alla sala e dal generale si finisce al particolare. Agli stabilimenti che circondano la cittadella di via Banchina dell'Azoto: "Pensate a tutta l'operazione di riqualificazione edilizia di cui Porto Marghera è un emblema straordinario - ha aggiunto Renzi - E' situata davanti a un luogo significativamente suggestivo come Venezia, pensate cos'è una struttura come questa in termini di potenzialità. Bisogna far sì che finalmente dalle parole si passi ai fatti. Chi racconta che l'Italia è in crisi non si rende conto delle possibilità che l'edilizia darà. Se noi non ci piangiamo addosso questo paese ce la può fare. Questo paese non può essere lasciato in mano a chi sa dire solo di no. Ora la legge di bilancio non potrà avere chissà che cosa, ma nella prossima legilstratura si va in Europa e si trovano dai 30 ai 50 miliardi con l'operazione 'Back to Maastricht'. Così si abbassano le tasse e si semplificano le norme".

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Cavallin: "Rompere i vincoli"

"La Cittadella dell'Edilizia è simbolo di utilizzo delle tecnologie più innovative - ha dichiarato in apertura dell'incontro Ugo Cavallin, presidente Ance (associazione nazionale costruttori edili) Venezia - L'elemento energetico è il cardine, un modello di scelte lungimiranti e coordinate. L'edilizia è il settore trainante della ripresa per il prossimo decennio. Su questo settore occorre investire. Non basta stanziare i fondi di rilancio, serve agire sui numerosi passaggi e vincoli delle norme pubbliche. Norme fondate sul sospetto che le imprese possano essere il centro di malaffare. Bisogna rompere questi vincoli". Insomma, i costruttori chiedono meno lacci e lacciuoli: "Bisogna stare attenti, però - ha ribattuto Renzi - perché c'è chi se n'è approfittato".

La visita di Renzi a Mestre e Marghera

Marinese: "Mettete la palla in campo e lasciateci giocare"

Vincenzo Marinese, neo presidente di Confindustria Venezia: "Questo territorio ha un tessuto produttivo forte, 26 miliardi di euro di fatturato. Non c'è solo Porto Marghera. C'è la bioraffineria, vogliamo che ci siano i presupposti per la chimica verde. Chiediamo alcune cose: concludere la cinturazione, manca il 10%. Non vogliamo che in futuro porto Marghera sia un problema, vogliamo che diventi strategica. Il secondo elemento è lo snellimento della burocrazia: al momento servono anni per un'approvazione edilizia. E' inconcepibile. Terzo: la politica deve mettere in condizione i soggetti di fare qualcosa, serve la zona franca. Come industriali vi chiediamo di mettere la palla in campo e di farci giocare, con l'ottimismo di chi crede nelle proprie capacità e nell'inventiva". Sulla zona a economia speciale (la "Zes") le categorie sono in pressing oramai da tempo, poiché per ora sono spuntate solo nel Meridione: "Questa non è una questione che si risolve con un emendamento parlamentare - ha risposto Renzi - le risorse le abbiamo messe sul settore. Ci sono stati 9 miliardi sul dissesto idrogeologico, 2 miliardi sulle periferie. Bisogna anche cambiare l'approccio in alcuni delle soprintendenze. Lavorano bene ma a volte distruggere e ricostruire lasciando spazio all'innovazione è meglio che lanciarsi in restauri conservativi. Però - si è rivolto a costruttori e industriali - serve che ci diate una mano. Perché la cultura della lamentazione a volte esce dai confini della politica".

"Lavoratori Mantovani non saranno dimenticati"

Presente anche una delegazione dei dipendenti Mantovani, azienda legata alla realizzazione del Mose: circa 200 i lavoratori che rischiano il licenziamento dopo il "nulla di fatto" di mercoledì al ministero a Roma. "Se non si sblocca la situazione del Mose rischiamo di perdere il lavoro - ha ricordato un rappresentante - E se si blocca un'opera il rischio non è solo per i lavoratori della Mantovani, ma anche per molti altri". È seguito un colloquio a margine con Renzi, che ha assicurato che i lavoratori "non saranno dimenticati"

Il sindaco Dori: "Risorse anche per Mira"

Il territorio di Mira rientra a pieno merito nel grande progetto di sviluppo della terraferma previsto per i prossimi anni, compreso lo scalo per le grandi navi. E' la tesi del sindaco Marco Dori: "La laguna non è solo Chioggia e Venezia - ha spiegato - Il nuovo tracciato delle navi lambirà il nostro comune: ci sono fenomeno di erosioni, partite importanti sullo sviluppo della portualità. Noi vogliamo esserci e chiediamo anche una riconsiderazione della Legge speciale". Il territorio mirese, infatti, è l'unico a non aver potuto contare su risorse aggiuntive dopo il Comitatone: "Questo è nei meccanismi nella legge, chiediamo che venga rivisitata senza danneggiare altri. Le questioni ambientali non hanno più confini geografici", ha concluso.

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