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Teatro Corso pieno per Renzi e per il "Sì": "Questa è l'ultima possibilità per cambiare"

Lungo intervento del presidente del Consiglio venerdì sera a Mestre, tra misure di sicurezza massime. Sabato mattina invece la firma del "Patto per Venezia" con il sindaco Brugnaro

Teatro Corso pieno in ogni ordine di posto e livelli di sicurezza massimi venerdì sera per la visita del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a Venezia. Sabato mattina la firma del "patto per la città" a Ca' Farsetti. Appuntamento alle 9 per l'ufficializzazione dell'impegno del governo per il rifinanziamento della legge speciale e per lo stanziamento di risorse per le bonifiche di Porto Marghera. Sul tavolo numerosi "nodi", come la futura gestione del Mose, il percorso alternativo per le grandi navi, la piattaforma offshore. Con ogni probabilità, però, il tempo per discuterne tra premier e sindaco Luigi Brugnaro sarà molto poco. Alle 11.30, infatti, il premier è atteso a Genova per un altro incontro pubblico. 

Venerdì sera, invece, le questioni amministrative lasciano spazio a quelle elettorali. C'è il referendum costituzionale che incombe e il presidente Renzi sta viaggiando in lungo e in largo per lo Stivale per propagandare il "sì". A Mestre ha parlato a lungo, e a braccio, attaccando le politiche del "no" e il gruppo eterogeneo di leader politici che chiedono non solo che dal referendum Renzi esca sconfitto, ma che quest'ultimo si dimetta e "vada a casa". Il comizio (praticamente identico ai precedenti di Verona e Vicenza) inizia con un video, già circolato sui social network da tempo, contro il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, attaccato da un collega dell'Europarlamento per il suo assenteismo in aula. Dopodiché Renzi è passato ai punti cruciali del referendum: "Il ping pong tra Camera e Senato non funziona - ha dichiarato - abbiamo aspettato più di 800 giorni per la riforma dell'Agricoltura. Gli esempi potrebbero essere molti altri. In questa legislatura, se la riforma fosse in vigore, solo il 3% delle leggi avrebbero avuto il doppio percorso, ma di che stiamo parlando". Gli accenni alla realtà veneziana sono pochi e residuali, senza nascondere la batosta elettorale di un anno e mezzo fa: "Il Pd a Venezia? Non aprite quella porta", ha commentato ironico.

Dalla platea sono arrivate domande sull'elezione dei senatori ("abbiamo già presentato una proposta di legge su questo") e l'immunità per i parlamentari ("con il sì meno persone avranno l'immunità, principio che difendo contro il 'fumus persecutionis"). Sono giunti strali contro la minoranza del Partito Democratico: "Ci sono persone che hanno votato a favore in commissione e in Aula più volte - ha attaccato - poi hanno cambiato idea. Berlusconi e D'Alema sono come 2 persone che si amano senza che le famiglie lo sappiano. Berlusconi mi ha detto che divento 'un uomo solo al comando'. Casapound mi ha detto che ha paura di una 'deriva autoritaria'. Casapound a me. E' bellissimo! Quello che io non riesco a sopportare è che ci sia qualcuno che ti obblighi a non provarci. Dicono di no per farsi un altro giro di giostra, da lì al 4 dicembre vogliono un governo tecnico. Come ha scritto l'Economist. Quando me ne andrò, tra 2 settimane o 5 anni, chissà, ringrazierò. Perché io non vivacchio per prendere i soldi il 27 del mese".

Misure di sicurezza massime dentro e fuori il Teatro Corso, i cui stalli di sosta di corso del Popolo antistanti la struttura sono stati resi off limits dal primo pomeriggio. Delimitati con nastro bianco e rosso. Polizia e carabinieri hanno filtrato i membri del pubblico controllando borse e zaini. All'esterno un gruppo di insegnanti e precari del Comune, che dopo il discorso del Corso dovrebbero avere un incontro con il premier Renzi.

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