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Stop del tram nel 2012, c'è un contenzioso da 3 milioni e mezzo

Si ruppero i cavi dell'elettricità, il servizio restò fermo per quasi cinque mesi. A breve due udienze che coinvolgono Pmv, Actv e l'Ati che ha realizzato il tram

La rottura di un cavo elettrico sulla linea del tram, poi lo stop di cinque mesi e il conseguente danno d'immagine. È intorno a questi avvenimenti che gira il contenzioso da quasi tre milioni e mezzo di euro in piedi fra Pmv, Actv e l'associazione temporanea di imprese che ha realizzato il mezzo pubblico a Mestre. Una questione di responsabilità che, come riporta il Gazzettino, dovrebbero essere attribuite con due udienze tra ottobre e novembre, con l'aiuto tra l'altro dei risultati di una perizia tecnica.

Tutto ha inizio la mattina del 2 ottobre 2012, quando in piazza Barche salta uno dei cavi elettrici di alimentazione: la scintilla e poi il botto, il tram si ferma e il cavo oscilla a penzoloni sulla strada. Un incidente che convince il ministero a ritirare l'autorizzazione per il mezzo pubblico fino al 17 febbraio 2013, il tempo necessario per la sostituzione di tutti i 900 giunti di sostegno e dei tiranti sull'intera linea (che fortunatamente al tempo era una sola). Quasi cinque mesi di interruzione del servizio, un grave danno economico e anche d'immagine, visto che inevitabilmente tra i cittadini sorsero forti dubbi sull'affidabilità del mezzo.

Poi venne avviato un accertamento tecnico per stabilire se l’incidente fosse da attribuire ai progettisti, alle imprese costruttrici, alla direzione lavori, a chi verificò le opere, oppure se si trattasse di un caso: di questa perizia si attendono i risultati per metà ottobre. Pmv Spa ha citato in giudizio l’Ati composta da Gemmo, Mantovani, Consorzio cooperative Ravennate, Sacaim, Net Engineering, Studio Altieri, Metropolitana milanese e Lohr, chiedendo un risarcimento quantificato in 3 milioni e 417 mila euro: udienza verso metà novembre.

Infine la questione dei canoni di concessione: a quanto pare Pmv avrebbe continuato a pretendere i soldi da Actv anche durante lo stop, mentre evidentemente il servizio non veniva erogato. Actv chiede quindi a Pmv 2 milioni e 345 mila euro, dei quali 1 milione e 288 mila come restituzione dei canoni pagati e il resto come risarcimento danni. Pmv però avrebbe chiamato in causa Gemmo Spa, ritenendola responsabile: altra udienza, prevista per metà ottobre, anche se nel frattempo Pmv avrebbe provvisoriamente restituito i soldi dei canoni ad Actv.

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