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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Io, giovane vedova, non ho il diritto di avere i miei due figli piccoli a carico. Che assurdità"

I due figli di Manola Tegon, 37enne mestrina, percepiscono parte della pensione di reversibilità del padre: "Hanno 5 e 11 anni. Così non possiamo scaricare le spese, è ingiusto"

"Sono allucinata, com'è possibile che io non possa avere i miei figli a carico". A parlare è Manola Tegon, 37enne mestrina che di punto in bianco si è imbattuta in un cortocircuito burocratico che rischia di costarle caro. Ma ciò che più conta è il concetto: lei, vedova da 2 anni e mezzo, ogni giorno si fa in quattro per crescere i suoi due figli. Una ragazzina di 11 anni che a settembre andrà alle medie e un bimbo di 5 anni che va all'asilo. Difficile pensare che non siano a carico della madre, ma per il Fisco è così. 

Perché? "Perché loro percepiscono una parte della pensione di reversibilità di mio marito - racconta Manola - l'importo viene diviso in tre parti. Quindi i miei figli hanno ciascuno un Cud a sé e quest'ultimo supera i 2.840 euro lordi l'anno". Risultato: entrambi i bambini per l'Inps sono percettori di reddito. Non essendo a carico della mamma, di conseguenza, diventa utopia detrarre le spese sanitarie o quelle scolastiche. I trasporti, il dentista, i buoni pasto... Uscite che in un bilancio famigliare si fanno sentire. 

LA STORIA DI MANOLA HA FATTO BRECCIA SUL WEB: "FAREMO CANCELLARE QUESTA INGIUSTIZIA"

Figurarsi in una realtà in cui c'è solo la mamma, che lavora a tempo pieno da precaria in Regione, a portare avanti la baracca: "Perché dobbiamo essere svantaggiati? - si chiede Manola - Credo che sia un'ingiustizia bella e buona. Non ne vedo il senso. Tutto è dovuto a una legge del 1985, trent'anni fa. Mi darò da fare, a prescindere dal danno economico, perché è un'assurdità considerare i miei figli autonomi. Vivono con me, hanno bisogno di me. E' un nostro diritto. Sono senza parole". Al punto che, in modo ironico, la giovane mamma lancia un appello: "A questo punto cerco un lavoro per i miei figli di 5 e 11 anni - dichiara - visto che siamo tre vite indipendenti. Forse perché non sono così tante le vedove giovani in Italia questa situazione si è perpetuata negli anni". 

Tanto più che l'escamotage sarebbe la solita operazione "all'italiana": "Mi è stato detto di intestare la casa ai miei figli e rendere il Cud principale uno dei loro, ma basta con questi sotterfugi - continua Manola - a dicembre, poi, dopo aver lavorato 12 anni per la Regione da precaria, mi scade il contratto. Non so come andrà a finire. Fatto sta che l'Italia ti aiuta molto con il welfare, su questo non ci sono lamentele, ma poi - conclude - la burocrazia ti fa cadere le braccia".   

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