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8 marzo, giovani in prima linea contro le discriminazioni e la violenza di genere | VIDEO

A Mestre gli studenti hanno affrontato il tema all'interno dell'ex cinema Piave, ora abbandonato. Altra iniziativa è quella di Rachele Casato, che ha diretto un cortometraggio sugli interventi dell’antiviolenza attraverso lo sguardo dei giovani

Discriminazione su base sessuale, problema che porta a conseguenze tangibili e che andrebbe affrontato già negli ambienti dell'educazione e della cultura. «A scuola mi vesto come voglio: una scollatura non determina se io sia o no una persona seria», riporta uno dei cartelli preparati dagli studenti che lunedì 8 marzo, "festa della donna", sono andati a occupare la sala dell'ex cinema Piave, a Mestre, e ne hanno fatto un luogo di discussione e confronto. 

Promotori dell'iniziativa sono i componenti del Coordinamento studenti medi e del Collettivo L.o.Co. Il tema centrale è la necessità di una maggiore attenzione, da parte delle istituzioni e della scuola, verso la questione della violenza di genere: un male sociale che inizia con le battute e gli insulti a scuola e che poi diventa mancanza di rispetto, violenza fisica e psicologica, discriminazione sul lavoro. «Chiediamo un modo diverso di intendere l'istruzione - dicono - l'Italia è uno dei pochi paesi europei in cui l'educazione sessuale non è obbligatoria nelle scuole, e se c'è viene svolta in maniera superficiale e stereotipata. Vogliamo vivere la nostra identità, la nostra sessualità e il nostro corpo liberamente». L'ex cinema è stato provvisoriamente trasformato in uno "spazio transfemminista", sede di assemblee ed esposizioni artistiche fino al tardo pomeriggio: con l'occasione, infatti, i protagonisti hanno anche evidenziato l'urgenza di riqualificare gli spazi abbandonati della città, facendole dei «luoghi sicuri per le donne e utili alla società».

Un corto sugli interventi antiviolenza

Ieri il canale YouTube del Comune di Venezia ha pubblicato il cortometraggio Oltre gli stereotipi: giovani sguardi sulla violenza di genere, diretto da Rachele Casato e realizzato in collaborazione con La Esse con il coinvolgimento di ragazze e ragazzi. Il video presenta gli interventi dell’antiviolenza attraverso lo sguardo dei giovani partecipanti di un laboratorio teatrale organizzato in collaborazione con le scuole superiori. Le due ragazze protagoniste, Ana e Denise, hanno studiato allo Stefanini di Mestre ed è proprio in questo istituto che oggi le operatrici del centro antiviolenza hanno partecipato ad un’assemblea di istituto dedicata al contrasto della violenza sulle donne.

Il Centro antiviolenza del Comune di Venezia, attivo da 25 anni, offre aiuto alle donne gratuitamente e in modo riservato grazie ad un’equipe di professioniste che comprende assistenti sociali, psicologhe, educatrici e consulenti giuridico-legali, composta da operatrici dipendenti del Comune di Venezia e operatrici della Cooperativa la Esse. Il Centro è aperto cinque giorni alla settimana e garantisce reperibilità telefonica H24. Gestisce due case rifugio di proprietà comunale. Dal 2020, oltre alla sede principale di Mestre, il Centro è presente con due sportelli antiviolenza, uno a Venezia in centro storico e uno al Lido.

A Venezia street art contro la tassa sugli assorbenti

In queste ore è apparsa a Venezia, in calle del Luganegher, un'opera dal titolo "22% It's Too Much" della street artist Laika, che denuncia così la tassazione applicata sugli assorbenti. «A quanto pare le mestruazioni in Italia sono un lusso. Mantenere la tassa sugli assorbenti al 22% è una scelta figlia di una società ancora troppo legata al patriarcato. In Nuova Zelanda, a partire dal mese di giugno, gli assorbenti verranno offerti gratuitamente nelle scuole per contrastare la povertà mestruale, in UK l'iva è al 5%, in Francia al 5,5% e in Germania al 7%. L'Italia cosa sta aspettando?», ha scritto l'artista. «Gli assorbenti sono un bene primario e non possono essere tassati come un Rolex o una BMW. L’iva al 22% it’s too much!», ha continuato, concludendo: «8 Marzo, questa data ci ricorda ogni anno le conquiste che sono state fatte ma allo stesso tempo quanta strada ci sia ancora da percorrere. Non c’è tempo di festeggiare, bisogna lottare».

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