Affitti turistici in "condomini fantasma", un questionario per raccontare i disagi
È l'iniziativa del comitato "Faverat" (Famiglie veneziane rovinate dagli affitti turistici) del gruppo consiliare “Tutta la Città Insieme!”. I materiali raccolti saranno analizzati da una docente Iuav di Tecnica e Pianificazione urbanistica
“Tutta la Città Insieme!” attraverso il comitato "Faverat" (Famiglie veneziane rovinate dagli affitti turistici) lancia un' iniziativa. «Ci rivolgiamo a quanti vivono a Venezia e subiscono il fenomeno dell’affittanza turistica e proponiamo loro di aderire al comitato compilando un breve questionario e descrivendo episodi particolarmente significativi del disagio che vivono. Tra il serio e il faceto, tocchiamo così il tema fondamentale dell’abitare in città, reso sempre più difficile da un turismo onnivoro e invasivo che toglie sempre più spazi alla cittadinanza. Questo come primo step: poi, chiaramente, estenderemo il progetto anche a Mestre».
Il consigliere Giovanni Andrea Martini ha presentato così quest’azione di “Tutta la Citta Insieme!” ieri a Ca’ Farsetti. Tra gli altri sono intervenuti Manfredo Manfroi e Franco Migliorini di “Tutta la Città Insieme!”, Annalisa Pastrello e Franca Simoli, che hanno portato le loro testimonianze. «Il tutto è nato nel corso delle nostre riunioni settimanali – ha raccontato il consigliere - su proposta di Manfredo Manfroi. Ci siamo resi conto che è arrivato il momento di dar voce a un disagio assai diffuso in città, che però non emerge a livello collettivo. Ci tengo a dire che siamo assolutamente a favore di una “sharing economy” vera, cioè di chi affitta in modo onesto una parte della propria abitazione per integrare il reddito, ma vogliamo far emergere le distorsioni di questo tipo di attività».
Martini ha citato ad esempiogli “alberghi fantasma”, di cui ha parlato recentemente il comandante interregionale dell'Italia Nordorientale della guardia di finanza, il generale Bruno Buratti, al convegno dei Comitati Privati per Venezia per la presentazione dell'Appello di Venezia per una rinnovata comunità urbana. Sono interi condomini con affittanze turistiche, che non devono sottostare alle norme di sicurezza e ai vincoli riservati agli alberghi. «Le domande del nostro questionario – spiega poi Manfroi – nascono tutte da situazioni di fatto, da racconti condivisi tra conoscenti, che lamentano lo scarso rispetto per la convivenza in contesti ristretti quali sono i condomini veneziani. Certo, esistono maggiori conflitti dove ancora abitano più residenti: a San Marco il problema quasi non sussiste e, se c’è, riguarda solo una minoranza di persone anziane, la cui voce conta ancora meno. Ma, in generale, il disagio in città cresce, più gli appartamenti sono dati in locazione. Per questo ci proponiamo di raccogliere testimonianze e pareri e di farne una pubblicazione, in cui chiaramente si garantirà l’anonimato degli interventi, con l’intento di portare alla luce la problematica e di sollecitare la riflessione».
I materiali raccolti saranno analizzati dalla docente Iuav di Tecnica e Pianificazione urbanistica, Laura Fregolent, per comprendere e studiare un fenomeno che certo non riguarda solo Venezia, ma è qui particolarmente acuto. «A Venezia – dice infine Migliorini – la politica per la casa è passiva e accetta quel che fa il mercato, mentre quella turistica è pro-attiva, ossia favorisce il turismo in tutte le sue forme, positive e negative. In assenza di regolamentazione, l’overtourism schiaccia e scaccia la politica abitativa, diventando ulteriore causa di spopolamento. L’unica speranza è che in Parlamento inseriscano, nella legge a cui stanno lavorando sui centri storici, dei principi per intervenire sulle degenerazioni. Serve infatti una legittimazione per un’azione pubblica di tutela abitativa, se non si vuole avere città senza cittadini». I moduli sono disponibili sul sito www.tuttalacittainsieme.it, sul profilo Facebook del Gruppo, oltre che in vari punti di distribuzione e raccolta in numerosi negozi della città.