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Bandi social housing, lo studio di Ocio: «Gli esclusi hanno redditi più bassi ma restano sul mercato»

Meno di 15 mila euro di Isee, non possono accedere a questo regime di affitto. L'opposizione: «No case chiuse, si diano a chi è in graduatoria Erp»

Il 22 settembre scorso il Comune di Venezia ha pubblicato le graduatorie definitive dei bandi di concorso per la locazione di 64 alloggi a canone “social housing” nella Venezia insulare, in centro storico, alla Giudecca, a Burano e a Sant'Erasmo. Il 3 dicembre l'osservatorio indipendente sulla casa a Venezia, Ocio, ha pubblicato un'indagine sugli esiti dei bandi cui hanno partecipato 326 famiglie. Di tutte, 83 sono state escluse per mancanza dei requisiti richiesti, in base ai conteggi dell'osservatorio, e a Burano sono state escluse addirittura la metà delle 14 domande presentate. Alla Giudecca il tasso di esclusione è del 32%, in centro storico di poco meno del 20%.

Tra i motivi di esclusione, dice Ocio, quello di gran lunga più frequente (2/3 degli esclusi) è l'Isee inferiore a 8.000 euro annui, valore ritenuto indicativo di una situazione economica molto modesta e tale da non garantire la copertura del canone di locazione in “social housing”. Ci sono inoltre 171 nuclei sui 243 collocati nelle graduatorie, che hanno un Isee inferiore a 15.000 euro, e sarebbero quindi in possesso dei requisiti economici per partecipare ai bandi di assegnazione di alloggi di Edilizia residenziale pubblica, Erp, ma non in social housing. Si tratta di famiglie con redditi bassi, spiega Ocio, che si troverebbero a pagare canoni di locazioni più contenuti di quelli di mercato con il social housing, ma indubbiamente più elevati di quelli Erp. Perciò il rischio è che per queste famiglie i canoni di social housing non siano sostenibili.

I risultati di questa analisi hanno dato origine a una mozione collegata all'approvazione del bilancio di previsione 2022-2024 che domani, venerdì 17 dicembre, verrà discussa in Consiglio comunale. La mozione è del gruppo Verde Progressista, sottoscritta dall'opposizione (Pd, Terra e Acqua, Tutta la città insieme, M5S). «Con l’ampliamento dell’offerta abitativa in “social housing” l’amministrazione intende intercettare la fascia di domanda di coloro che posseggono un reddito troppo basso per accedere al mercato libero ma, nel contempo, superiore a quello mediamente previsto per beneficiare dell'Erp - si legge nella mozione -. Gli alloggi a bando sono destinati in via prioritaria a famiglie e giovani con attività lavorative, anche in settori tradizionali e artigianali, legate all’ambito territoriale. Esaminando anche casi diversi da quelli dell'osservatorio Ocio, sembra che la scelta di procedere all'assegnazione del patrimonio abitativo pubblico in regime di social housing non rappresenti, certamente per la Venezia insulare, una risposta congrua al fabbisogno e che ci sia bisogno invece di politiche che attivino tutti gli strumenti in modo integrato. Un esempio può essere dato dalla vicenda delle conterie di Murano, dove si è riscontrata una rapidità nell'assegnazione della quota di alloggi Erp, contro le consistenti problematiche e ritardi nell'assegnazione della quota di alloggi in social housing. Anche le 18 case di Insula in via Pividor al Lido, - continua la mozione - dove la giunta decise di mettere a bando in social housing anche gli alloggi classificati Erp, ad oggi sono in gran parte vuoti».

L'opposizione chiede che, appena ultimate le assegnazioni alle famiglie aventi titolo in base alle graduatorie pubblicate il 22 settembre, non ci siano alloggi lasciati vuoti in attesa di nuovi bandi, ma che si proceda con l'assegnazione in regime Erp (attingendo alla graduatoria 2019-2020) di tutto il patrimonio residenziale pubblico rimasto inutilizzato di proprietà del Comue, di Ater e di Insula. Nella mozione si chiede anche di fornire al Consiglio comunale informativa puntuale sui lavori di recupero programmati, finanziati o in corso d'opera e sui tempi per l'ultimazione e la riassegnazione.

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