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Miranese, il grido di commercianti e albergatori: «Ripresa? Per noi non è finita»

Le richieste degli imprenditori a Parlamento e Regione. Tre proposte di Confcommercio per la sopravvivenza di attività e centri urbani

Sui territori, fuori dal clamore nazionale, la ripartenza ha il suono drammatico di un grido d’allarme per commercianti e operatori del turismo: a lanciarlo, venerdì sera, è stato il consiglio di Confcommercio del Miranese, riunito in sede a Mirano alla presenza dell’onorevole Giorgia Andreuzza, vicepresidente della Commissione commercio, attività produttive e turismo della Camera dei deputati e della consigliera regionale Francesca Scatto, presidente della VI commissione della Regione. I vertici di Confcommercio hanno voluto che fossero proprio i rappresentanti del territorio del Parlamento a raccogliere le preoccupazioni di un comparto che, nonostante l’uscita dalla pandemia, rischia di rimanere a lungo in una crisi conclamata.

«E’ un momento di particolare sfiducia per cittadini e imprese – ha detto il presidente dell’associazione, Ennio Gallo –. Chi vuole investire va messo nelle condizioni di poterlo fare». Ai piccoli imprenditori del commercio e del turismo locale, l’immagine che appare è quella di una ripresa che premierà solo chi, in Europa e nel mondo, correrà più veloce e oggi la vittoria sembra un affare per pochi, riservata a quei Paesi «dove i governi spianano concretamente la strana». «E noi – continua Gallo – richiamo di essere relegati al ruolo di colonia di altri Stati che nel turismo primeggiano».

La direttrice di Confcommercio del Miranese Tiziana Molinari ha presentato ai rappresentanti di Camera e Regione alcune proposte avanzate dall’associazione per cercare di creare un traino alla ripresa: «In un momento storico gravato anche dal caro energia – ha detto – l’incentivo a fare impresa passa anche per norme che siano in grado di aiutare locatori e conduttori di immobili, per avere un costo minore. In secondo luogo, ripristinare la cedolare secca per l’immobile di uso commerciale promossa e poi cancellata a fine 2019. Poi l’Imu: per l’immobile commerciale oggi è un costo troppo oneroso. Infine, riproporre anche quest’anno il credito d’imposta sulle locazioni, perché per noi anche il 2022 non sarà un anno normale».

Ma, in particolare gli albergatori del Miranese, chiedono anche di rivedere le regole sulla concorrenza: «Non abbiamo nulla – spiegano i consiglieri presenti – contro B&B e agriturismi, ognuno è libero di aprire l’attività che vuole, ma devono esserci regole uguali per tutti: non può esserci disparità di trattamento su imposte, tasse, normativa e condizioni a scapito degli hotel, altrimenti è concorrenza sleale». «Il danno economico è effettivamente enorme – riconosce l’onorevole Andreuzza – lo è a livello mondiale, ma non ha toccato tutti allo stesso modo. I dati positivi sulla ripresa sono in realtà gli effetti di un rimbalzo post-pandemia e tra l’altro nel momento in cui si può tornare a lavorare ci troviamo di fronte a un caro energia che non lascia scampo. Cosa fare? Oggi dettano legge i decreti del Governo e il Pnrr e francamente temo che il problema del caro-bollette durerà ancora un po’ e porterà conseguenze. Bisogna cominciare a capire se abbiamo asset strategici e su quelli puntare e investire in maniera ponderosa nei prossimi mesi».

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