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Approvata in Consiglio l’adesione alla Fondazione “Venezia Capitale mondiale della Sostenibilità”

Undici consiglieri non hanno partecipato al voto

In Consiglio comunale approvata l’adesione del Comune di Venezia alla Fondazione “Venezia Capitale mondiale della Sostenibilità”. Con 19 voti a favore, 1 contrario, 1 astenuto e 11 consiglieri non votanti, è passato lo schema di statuto della Fondazione. Il progetto “Venezia Capitale mondiale della sostenibilità” è nato lo scorso anno dalla collaborazione tra la Regione e il Comune, con l'adesione anche del Governo, e ha lo scopo di promuovere un piano di interventi funzionali alla crescita sostenibile del territorio, in particolare alla riqualificazione urbana e alla promozione del patrimonio artistico e naturale di Venezia, segnando così l'avvio di un percorso per la definizione di una governance con il coinvolgimento di partner privati.

Vi hanno aderito Ca' Foscari, Iuav, Conservatorio Benedetto Marcello, Accademia di Belle Arti, Fondazione Cini, Confindustria Veneto e alcune realtà industriali nazionali quali Eni ed Enel con l’obiettivo di sviluppare azioni condivise e integrate, con ricadute e impatti positivi per tutta la regione in termini di sviluppo sostenibile, crescita occupazionale, miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro della popolazione, transizione industriale ed energetica. I progetti si svilupperanno su alcune direttrici principali tra le quali la transizione energetica e la sostenibilità ambientale, attraverso interventi volti alla creazione di un polo dell’idrogeno, la decarbonizzazione e la circolarità dei rifiuti, la difesa dell'ecosistema lagunare, la promozione di Venisa (Venice entrepreneurial international sustainability innovation accelerator) come centro di innovazione e accelerazione sui temi della sostenibilità. Tra gli obiettivi c’è quello di rendere la città protagonista di un appuntamento annuale, di rilievo internazionale e un piano di residenzialità dedicata. L’impegno economico del Comune di Venezia sarà entro la spesa massima di 50 mila euro.

Molte le critiche che hanno accompagnato la discussione in Consiglio. Alla fine la maggior parte dei consiglieri d'opposizione non ha partecipato al voto. «Tre anni fa, come presidente della Municipalità di Venezia, ho portato a Strasburgo l’idea di candidare Venezia a "Capitale verde d’Europa". La risposta era stata positiva. L’onorevole Kyenge l’aveva sposata e diffusa. Ho una lettera di David Sassoli che manifesta il proprio interesse per la salvaguardia di Venezia. Qui in città la risposta è stata che era un progetto inattuabile e inutile. Oggi volete Venezia capitale del mondo di sostenibilità - commenta il consigliere Giovanni Andrea Martini (Tulla la città insieme!) -. Vengono usate solo le stesse parole che io usavo tre anni fa per sostenere progetti totalmente diversi. Progetti insostenibili. Sono le stesse parole che voi usate per far passare soluzioni come la torre di Mestre, che sarebbe una giardino verticale, il collegamento del Montiron che distrugge la laguna, l’attacco al parco San Giuliano. A San Pietro di Castello, con l’affidamento a un privato francese che gestirà una delle aree più belle della città, verranno allontanate 8 famiglie- E tutto con la motivazione della sostenibilità. Non possiamo non permettere al privato di aiutare Venezia. Ma aiutando il privato a capire come associare i propri interessi con quelli della città».

«Una votazione che stride rispetto alle politiche ambientali di questa amministrazione. Infatti Venezia dal punto di vista della sostenibilità ha dei dati assolutamente allarmanti - afferma la capogruppo Pd in Consglio, Monica Sambo -. Dal punto di vista ambientale Venezia è maglia nera per l'inquinamento (dati derivanti dallo studio annuale di Legambiente). Non solo per la terraferma ma anche per i canali lagunari. E lo è anche per quanto riguarda l'aumento progressivo del consumo di suolo, come confermato dall'ultimo rapporto Ispra. Dal punto di vista della residenza dopo la promessa di 30 mila residenti in più, gli abitanti stanno calando. È da miopi non vedere la fragile situazione di Venezia, per quanto riguarda la pressione turistica, il moto ondoso, l'esodo dei residenti, lo scavo dei canali e per tutto il delicato sistema lagunare. Sono questioni che mettono in pericolo Venezia, se non si decide di agire con una visione che vada oltre i prossimi 4 anni di amministrazione ma che guardi ai prossimi 20-30 anni. Insomma Venezia può diventare il simbolo mondiale della sostenibilità e della lotta ai cambiamenti climatici ma oltre alle parole ci vogliono anche i fatti».

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